Questa settimana ho visitato alcuni ospedali della provincia di Trapani e ho partecipato ai lavori della VI Commissione, Sanità, dove si è avviata una discussione di fondamentale importanza per tutti i cittadini: la nuova rete ospedaliera siciliana, e dove si potranno presentare osservazioni e proporre rimodulazioni della stessa.
Infatti, entro il 2016, gli ospedali siciliani dovranno cambiare volto, rifacendosi ai nuovi parametri ministeriali: scenderanno le unità complesse, verranno accorpati reparti e ospedali, molti posti letto dedicati agli “acuti” verranno rimodulati in posti letto per «lungodegenti». La nascita degli «Ospedali riuniti» saranno la conseguenza di questi nuovi parametri.
In commissione ho presentato le mie prime osservazioni alla bozza di piano per gli ospedali dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani.
Premettendo apprezzamento per lo sforzo che si vuole fare verso un potenziamento dei reparti di lungodegenza e riabilitazione ho rilevato che, prima, si dovrebbe attivare quello che era già stato previsto sulla carta e, quindi, nella spesa dell’Azienda, visto che, in alcuni casi, ci sono reparti contemplati nell’attuale piano mai attivati, come i reparti di lungodegenza e riabilitazione di Alcamo e riabilitazione di Salemi. A tal proposito ho anche fatto presente che la non attivazione dei reparti su indicati, al contempo, obbliga i trasferimenti dei pazienti negli RSA privati convenzionati, strutture che costano molto alla collettività, più di 150 euro al giorno a paziente, quindi la loro attivazione eviterebbe alla collettività di strapagare i servizi di lungodegenza e riabilitazione.
A proposito dell’esigenza di diminuire le unità complesse «potenziando le sinergie tra gli ospedali più vicini», ho fatto presente che nel trapanese persistono ancora reparti “doppioni” degli ospedali di Castelvetrano e Marsala, appartenenti all’ospedale di Mazara del Vallo al momento chiuso, quindi, se si vuole risparmiare, sarebbe opportuno superare definitivamente queste anomalie.
Seppur concordando con le moderne tendenze che vanno verso una riduzione temporale dell’ospedalizzazione e verso una maggiore attenzione al concetto di prevenzione ho evidenziato le importanti differenze che esistono nel numero di posti letto tra una provincia e l’altra. La provincia di Trapani, insieme a quella di Agrigento, è la più penalizzata rispetto ad altre per il numero di posti letto proporzionalmente al numero di abitanti: mentre altrove il numero di posti letto è anche 3,7 x mille abitanti, se non di più, a Trapani è circa 2,6 x mille abitanti.
Infine credo che questi tavoli sarebbero molto più efficaci se agli stessi partecipassero, con potere decisionale, i direttori sanitari o, comunque, figure tecniche avulse da logiche territoriali o politiche, fra le principali cause della malasanità a cui oggi assistiamo.
In linea generale è urgente approvare un buon piano, ma poi tutto questo sarà inutile se non si predispone una pianta organica sufficiente a coprire tutti i reparti, e su questo punto presenteremo tutte le nostre osservazioni, proposte e anche critiche.
Nei vari ospedali, dai colloqui avuti con gli addetti ai lavori, in generale, emerge che il problema principale è la carenza di personale, nei reparti con ci sono sufficienti medici, infermieri, assistenti, ecc, con la conseguenza che non si riescono a coprire gli stessi reparti 24 ore su 24. Questo non è possibile, eppure succede. Non è pensabile di mandare un bambino a casa con un arto rotto o altro, perchè non c’è nessuno al reparto di radiologia, eppure succede!
Ad Alcamo è un disastro, negli anni sono stati trasferiti in altri ospedali tanti medici, infermieri, macchinari e reparti. Chiusi ostetricia-ginecologia, pediatria, ortopedia; cardiologia, ridimensionata, sarà inoltre accorpata, come da piano, a medicina, con la perdita dell’organizzazione a struttura semplice. Fra l’altro l’eliminazione dei reparti non è stata controbilanciata neanche da adeguati servizi ambulatoriali, cosa che obbliga i cittadini a recarsi puntualmente fuori anche solo per una semplice visita. Pronto soccorso iperaffollato e malfunzionante. Questo è gravissimo e non è tollerabile in un Paese civile.
Per Alcamo servono soluzioni urgenti anche parallele a quelle che potranno essere fatte attraverso il nuovo piano, in quanto si parla di una struttura che copre in maniera del tutto insufficiente un bacino di utenza intercomunale di oltre 80000 persone e di circa 100000 almeno in estate.