Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars ha bocciato ieri in Commissione Sanità la nuova rete ospedaliera siciliana, “fatta senza approfonditi studi epidemiologici e senza un’adeguata conoscenza della rete delle cliniche private“.
“Tante – dice il capogruppo M5s all’Ars Valentina Zafarana – le domande rivolte all’assessore, troppe le questioni rimaste volutamente senza risposta. Inutile il percorso affrontato in commissione Sanità all’Ars perché tutti gli emendamenti presentati non verranno affrontati in commissione, bensì tra le quattro mura dell’ assessorato”.
Troppe sono per i deputati Cinquestelle le falle del piano. “Tra queste – dicono – la mancata presentazione da parte dell’assessore, malgrado le reiterate richieste da parte del nostro gruppo, di una ‘rete ospedaliera dei privati’ (sia delle strutture accreditate che di quelle autorizzate), l’assenza di un criterio evidente e oggettivo per i tagli, l’assenza della volontà di un reale potenziamento del servizio sanitario pubblico – evidente a una attenta lettura della documentazione – che fa sì che ancora una volta si ricorra ai soliti metodi della politichetta di quartiere: accontentare tutti, mantenendo in vita anche strutture non sicure e tergiversare senza un segnale politico serio di indirizzo. Questo fa sì – dicono i parlamentari – che, ad esempio, a livello regionale, degli annunciati nove ospedali cosiddetti di comunità non ne rimanga più traccia e si rimandi a nuova determinazione, galleggiando fino al 2017, per non passare dalla parte dei “cattivi” che ‘chiudono gli ospedali’. In tale direzione, d’altronde, va la risoluzione Di Giacomo, approvata all’unanimità in Commissione, volta a concedere agli ospedali “a rischio di declassamento” – fra cui si annovera anche Barcellona Pozzo di Gotto – tre anni di tempo per dotarsi di strutture adeguate atte a fronteggiare l’emergenza-urgenza a norma di legge”.
“D’altro canto – proseguono i parlamentari – non c’è dubbio che l’emigrazione di massa in altre Regioni, volta a trovare adeguate condizioni di assistenza, non possa essere finanziata con il taglio di posti letto, ma attraverso l’eliminazione di eventuali abusi. In definitiva la verifica dell’appropriatezza dei ricoveri è più utile ai fini della riduzione dello spreco, rispetto ai tagli indiscriminati”.
“Il nostro no a questa rete ospedaliera – spiegano i deputati – deriva pure dal fatto che i concorsi che si andranno a fare, con tutta probabilità non daranno le risposte che si attendono la gente e gli operatori“.