La Rocca: “Nel corso dell’audizione da noi richiesta in commissione Bilancio fu detto che la situazione era tutta rosa e fiori”. Ciaccio: “Avevamo presentato un emendamento per liquidarla, ma è stato bocciato. Torneremo alla carica in occasione della Finanziaria”. “Una società con tanti lati oscuri e da chiudere al più presto”.
Il Movimento 5 stelle torna ad alzare la voce contro la Spi (Sicilia patrimonio immobiliare) e le sue numerose zone d’ombra, che nemmeno un’ audizione all’Ars, richiesta dai deputati 5 Stelle, è riuscita ad illuminare un po’.
“Anzi, in occasione delle seduta in commissione Bilancio il 26 novembre – afferma la deputata Claudia La Rocca – ci fu prospettata una situazione tutta rose e fiori. Siamo lieti, pertanto, di apprendere dalla stampa che ‘Saranno in molti a ballare la samba’ come affermato dal presidente Crocetta”.
“In occasione di quell’audizione – racconta La Rocca – in risposta alle nostre domande, l’ ingegner Salvatore Giglione, presidente del consiglio di gestione della Spi, ha affermato che non ci sono state anomalie o stranezze sulla scelta del socio privato, avvenuta previo espletamento di gara pubblica di livello europeo, quindi in modo assolutamente trasparente, mentre l’architetto Diana Ciaceri, in merito al super costo del censimento di 80 milioni di euro più 12, ha affermato che gli stessi riguardano non soltanto il censimento dei beni patrimoniali della Regione, ma anche di quelli degli enti sottoposti a controllo e vigilanza, compresi i beni delle aziende sanitarie ed ospedaliere. Sicuramente qualcosa non torna. Ovviamente nessuna risposta sul perché della nomina dello scorso 22 luglio 2013, da parte del Consiglio di sorveglia di Spi, del famoso socio privato Ezio Bigotti di Pinerolo, come amministratore delegato, senza neppure uno straccio di curriculum vitae sul sito”.
Contro il mantenimento in vita della Spi il M5S aveva presentato un emendamento, poi bocciato, in occasione dell’approvazione dell’esercizio provvisorio.
“Spi – afferma il deputato Giorgio Ciaccio – nella prima Finanziaria 2014 è stata dichiarata fra le partecipate strategiche, noi abbiamo provato a farla chiudere, ma è andata male, come per tutti gli altri nostri emendamenti, tra i quali tantissimi cercavano di mettere a dieta la casta e di azzerare la terza fascia dirigenziale della Regione. Ripresenteremo l’emendamento alla prossima Finanziaria. Intanto invieremo una nota con il sommario ufficiale della Commissione Bilancio alle autorità competenti. Se c’è chi ha sbagliato, deve pagare. La nostra regione è stata saccheggiata impunemente per troppo tempo”.