Le somme che avrebbero potuto dare respiro all’economia di parecchi Comuni congelate perché non trascritte per tempo in bilancio.
Appello del M5S. “Si rimedi al più presto”
130 milioni di euro impigliati nelle maglie della burocrazia regionale e numerosi progetti finanziati dal Cipe pronti a partire in Sicilia sono costretti a rimanere al palo.
Nella Sicilia col rosso fisso in bilancio succede anche che i soldi che ci sono rischiano di non servire a nulla. Una pioggia di milioni di euro stanziata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica per “obiettivi di servizio”, che doveva permettere a numerosi Comuni siciliani di realizzare servizi per l’infanzia, le reti idriche e nel campo dell’edilizia scolastica e dell’istruzione si è bloccata nelle casse regionali perché trascritta in bilancio solo il 24 dicembre scorso, una data troppo a ridosso della fine dell’anno, perché potesse essere impegnata. E, infatti, le somme sono andate in economia e ora rischiano addirittura di non potere essere più utilizzate, se non trascritte nuovamente in bilancio entro il 2015.
“E dire – dice la deputata del Movimento 5 stelle Claudia La Rocca – che il dipartimento della programmazione aveva chiesto l’iscrizione in bilancio il 2 ottobre, cioè quasi tre mesi prima della fine dell’anno. Non si capisce, pertanto, come mai questo sia stato fatto solo il 24 dicembre”.
Attualmente il Dipartimento Acqua e Rifiuti ha già richiesto la reiscrizione delle economie realizzate nelle voci destinate al servizio idrico.
Le somme stanziate dal Cipe averebbero dato una grossa boccata di ossigeno a parecchi Comuni. Almeno dieci sarebbero i progetti relativi al servizio idrico pronti a partire, cinque di questi solo a Ragusa.
“Abbiamo progetti pronti ed immediatamente eseguibili – dice l’assessore ai Lavori pubblici del Comune ibleo, Salvo Corallo – per un importo di 6,3 milioni di euro. Una cifra che avrebbe potuto dare enorme respiro all’economia cittadina, permettendo di creare occupazione e soprattutto di realizzare importanti interventi sul versante idrico che avrebbero permesso al Comune di migliorare il servizio riducendone perfino i costi”.
“La Regione – conclude Corallo – anziché favorire lo sviluppo dei Comuni spesso finisce per frenarlo e questo è assolutamente inaccettabile, specie in tempi di crisi galoppante come quelli attuali”
“In un momento storico in cui vengono tagliate risorse agli enti locali – afferma La Rocca – non possiamo permetterci di perdere risorse destinate appositamente dal CIPE al rifacimento delle reti idriche, che ad oggi disperdono oltre il 50% dell’acqua, per l’edilizia scolastica e per i servizi di cura per l’infanzia. Stiamo presentando un atto parlamentare, ma vista la lentezza nelle risposte, lanciamo un appello all’Assessorato Economia a fare presto”.