Perde altri pezzi la riforma che avrebbe dovuto mandare in soffitta le ex Province. Entro un anno dall’approvazione delle legge – secondo quanto approvato oggi in commissione Affari Istituzionali all’Ars – Consorzi e Province metropolitane potranno decidere se optare per l’ elezione diretta del presidente o meno.
“Rientra dalla finestra praticamente – dicono i deputati M5S Salvatore Siragusa e Francesco Cappello – quello che era uscito dalla porta. La legge pensata in partenza è stata smontata quasi pezzo per pezzo, riportandoci alla situazione del 1985. I confini dei nuovi organismi sono uguali. E uguali sono le competenze dei liberi consorzi, delle quali è stata fatta una sorta di copia e incolla. Cambia, ma in peggio, solo la situazione del personale, il cui destino resta molto incerto”.
Oltre al danno anche la beffa che arriva per i Comuni che erano ricorsi al referendum per decidere il loro destino: Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea.
“Tutta carta straccia – dicono i deputati – con un danno economico valutabile intorno ai trecentomila euro”