Una lettera dell’assessorato Infrastrutture, il 21 aprile scorso, invitava il Genio civile ad operare per la progettazione e realizzazione delle opere per mettere in sicurezza la pista in terra battuta realizzata dai cittadini di Caltavuturo. I deputati: “Altro che 37 giorni, se ci avesse messo lo zampino la Regione i lavori non sarebbero nemmeno partiti”
Pericolosa, anzi pericolosissima, con pendenze tali da farla paragonare a una pista a sci. Per l’assessore Pizzo la trazzera di Caltavuturo, ora “via dell’onestà”, è da evitare come la peste e non ne ha mai fatto assolutamente mistero, affidando i suoi “warning” ai media allo scopo, probabilmente, di mettere in guardia gli ignari siciliani dall’enorme pericolo incombente. Un pericolo, per lui, talmente grosso da
da indurlo ad allestire il colorito parallelismo tra la marcia nella “scorciatoia” e un salto nel vuoto dal balcone. «Se uno piuttosto che prendere l’ascensore si butta dal balcone – ha detto recentemente- arriva prima. È una metafora ma rende l’idea». Non solo, Pizzo si dichiarava pronto pure a chiedere i danni al primo incidente serio sulla strada.
“Tutto lecito, per carità”, dicono i deputati M5S all’Ars che hanno finanziato la strada con i soldi dei loro stipendi. “Peccato, però, che la pericolosissima ‘pista da sci’ volesse farla proprio il suo assessorato”.
Lo testimonia la lettera inoltrata dall’assessorato Infrastrutture il 20 aprile scorso al Genio civile, affinché le professionalità dell’ufficio destinatario della missiva operassero in sinergia con l’ufficio tecnico del Comune di Caltavaturo “per la progettazione e realizzazione delle conseguenti opere necessarie a tale viabilità temporanea”. Dove per viabilità temporanea si intendeva ”una pista in terra battuta a forte pendenza che bypassa il tratto di strada provinciale interessato dalla frana…, realizzato da alcuni cittadini del Comune di Caltavuturo”.
“Quella di Pizzo – dicono i deputati – è solo invidia. E’ più che evidente. L’assessore avrebbe fatto bene a tacere, ci avrebbe guadagnato sicuramente la sua immagine. Se la strada l’avesse sistemata la Regione non sarebbe mica cambiata la pendenza. Sarebbero cambiati solo i tempi di realizzazione dei lavori, che sarebbero andati nettamente oltre i 37 giorni che ci abbiamo messo noi. Anzi, per dirla tutta, con la Regione di mezzo, siamo sicuri che i lavori nella trazzera oggi non sarebbero nemmeno partiti”.
“L’assessore – continuano i deputati – anziché perdere tempo ed energie a denigrare il lavoro altrui farebbe bene a concentrare le sue energie sui lavori sulla A19, che la gente aspetta da quattro mesi. Si ricordi che hanno promesso di riaprire l’autostrada entro novembre. Noi abbiamo cominciato a contare i giorni”.