Caso Siciliano, M5S non negherà mai il nesso tra malformazione e inquinamento dell’industria petrolchimica a Gela

“Il M5S ha sempre operato con l’obiettivo di garantire e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini: per questo la nostra posizione di contrarietà al modello dell’industria petrolchimica è in ogni tempo stata chiara e ben delineata. Ci battiamo costantemente e ad ogni livello per assicurare il diritto di tutti a vivere in un ambiente salubre e non all’ombra di pericolose ciminiere.
“La raffineria Eni di Gela, in particolare, si colloca all’interno di un’area dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale già nel 1990 e rispetto alla quale è stato più volte dichiarato lo stato di emergenza, in considerazione dei gravi danni causati alla salute dei cittadini dalle emissioni industriali e dai numerosi incidenti che si sono verificati nel corso degli anni. Basti ricordare che la popolazione di Gela, come è dimostrato da numerosi studi epidemiologici, è esposta a rischi di morbosità e mortalità nettamente superiore alla media.
“Per tali ragioni appaiono altamente fuorvianti, rispetto alla posizione del M5S, le affermazioni riportate dalla stampa, secondo le quali il vice sindaco di Gela, Simone Siciliano, avrebbe negato qualsiasi nesso di causalità trale malformazioni genetiche e l’inquinamento derivante dell’industria petrolchimica . Si tratta di dichiarazioni certamente decontestualizzate, riferibili invece ad un ragionamento molto più ampio, secondo il quale ad oggi non è stata emessa alcuna sentenza che riconosca il risarcimento del danno come conseguenza di patologie legate all’inquinamento industriale.
“Se Siciliano avesse affermato diversamente, la sua posizione all’interno del M5S sarebbe del tutto incompatibile con i principi che hanno ispirato il gruppo politico al quale apparteniamo entrambi. Il M5S non potrà mai essere a favore di un modello energetico e industriale ancorato a logiche ferme agli anni cinquanta.”