IL DEPUTATO ALL’ARS MANGIACAVALLO (M5S): AI CITTADINI BISOGNA DIRE LA VERITA’, TRA MALAFEDE E PAURE INGIUSTIFICATE, E’ UN AUTOGOL POLITICO.
La mancata approvazione della delibera del consiglio comunale di Enna sul ritorno alla gestione pubblica dell’acqua (in base all’art.5 comma 6 della LR 19/2015), ha suscitato un dibattito al quale si sente chiamato in causa anche il deputato regionale Matteo Mangiacavallo, presente di recente a diversi incontri nei Comuni ennesi per chiarire il significato di tale atto, prettamente politico.
“Ho letto le interviste rilasciate alla stampa dal sindaco Maurizio DiPietro e da alcuni consiglieri di maggioranza – dichiara Mangiacavallo – e affinché non si inganni la gente è giusto che anche io intervenga. Al consigliere Gargagliano che parla di “sconfinata ignoranza dei cinquestelle” rispondo che provengo da una provincia in cui tutti i Comuni che si trovano sotto la gestione di Girgenti Acque, ben 27, hanno deliberato “la volontà di tornare alla gestione pubblica dell’acqua”. Stessa cosa hanno fatto anche diversi Comuni ennesi. Sono anch’essi ignoranti o qualcuno, piuttosto, è in mala fede? Non si dica che esiste una nota assessoriale che invitava a non votare la delibera perché non solo è falso ma sarebbe gravissimo. Anche se la Contraffatto ha osteggiato la legge regionale recentemente approvata o lo sta facendo in maniera palese anche davanti a Renzi, non si è spinta ancora fino a tanto”.
“Che la delibera non fosse risolutiva – continua il deputato del M5S – lo avevo detto anche al sindaco DiPietro durante un colloquio telefonico. Sapeva benissimo che si trattava più che altro di un atto politico e dell’inizio di un percorso al quale, per darne efficacia, i Comuni dovrebbero far seguire altre azioni. Rifiutare un atto politico che peraltro non implica il pagamento di indennizzi di centinaia di migliaia di euro verso Acqua Enna, come erroneamente si vuol far capire alla gente, e questo DiPietro, in quanto avvocato, lo sa benissimo, equivale a dichiararsi contrario ad una opportunità offerta da una legge regionale che seppur impugnata resta in vigore. Più che la mancanza di coraggio, come potrebbe sembrare, a mio avviso è un autogol politico compiuto dal consiglio comunale di Enna al quale ha contribuito anche lo stesso DiPietro. Probabilmente la delibera, come dicono loro, non servirà a nulla, ma visto che non produce, in verità, alcun effetto dannoso, perché non farla?”.