La norma che reintroduce la remunerazione per gli amministratori di una lunga serie di enti, varata dall’Ars con il voto contrario del gruppo 5 stelle, potrebbe fare saltare le sovvenzioni del fondo unico per lo spettacolo in virtù di quanto previsto da un decreto legge del 2010. Cancelleri: “Un provvedimento spot pericolosissimo”
In coda alla finanziaria regionale potrebbe esserci veleno per i teatri e gli enti per lo spettacolo siciliani, che rischiano di perdere gli stanziamenti statali del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo). La legge di stabilità varata da sala d’Ercole ha infatti confermato la gratuità per gli organi collegiali e di amministrazione di enti sottoposti a vigilanza e controllo della Regione, tranne che per una serie di enti, lunghissima, che finisce per escluderli praticamente tutti. Tra questi i teatri e gli enti per lo spettacolo, che potrebbero vedere remunerati i loro vertici e cda, ma azzerati i contributi statali a loro favore, in forza dell’articolo 6 del dl 78 del 2010.
La mazzata per questi enti potrebbe arrivare dal comma 2 del decreto legge, secondo cui gli enti che non rispettano la gratuità degli incarichi “non possono ricevere, neanche indirettamente, contributi o utilità a carico delle pubbliche finanze”.
Una batosta che tradotta in cifre potrebbe aggirarsi sui 20 milioni di euro circa, se si fa riferimento ai finanziamenti stabiliti per il 2015.
Potrebbero essere esclusi da futuri finanziamenti statali enti come la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana (finanziamento previsto per il 2015: 1.104.909 euro), il teatro Massimo Bellini di Catania (1.252.043), il “Massimo” di Palermo (14.737.449,70 nel 2014), il Teatro di Messina (39.404), L’INDA (1.000.000), il Teatro Biondo di Palermo (920.746), lo Stabile di Catania (1.244.000).
Il M5S ha definito quell’articolo della finanziaria una norma spot, vuota nei contenuti e, soprattutto, dannosa.
“Crocetta ed il Pd – commenta il deputato M5S Giancarlo Cancelleri – rischiano di causare un danno enorme, 20 milioni, infatti, non sono bruscolini. Hanno varato una vera e propria ‘sanatoria’ che ha messo i protetti della politica, infilati nei cda di enti e partecipate, al riparo dalle disposizioni della legge nazionale, senza tener conto che con questo atto rischiano di attaccare alla canna del gas l’intero sistema della cultura siciliana. Se non se ne sono accorti è molto grave, se lo sapevano invece è davvero criminale. In ogni caso tutto ciò è la fotografia di una Regione ormai allo sbaraglio, che suona le ultime stonatissime note, mentre la nave inesorabilmente affonda”.