La Società, oggetto di una richiesta di accesso agli atti avanzata dalla deputata Foti, non ha fornito nessuna delle informazioni richieste. Adesso la Cinquestelle diffida la Multiservizi a rispondere entro 15 giorni.
Arriva, a firma della deputata all’Ars del Movimento 5 Stelle Angela Foti, la diffida nei confronti della Multiservizi Puntese Srl, l’unica partecipata al 100% del Comune di San Giovanni la Punta, per un totale contrattuale di oltre 2 milioni di euro, che gestisce per il Comune servizi come la manutenzione e la pulizia degli edifici comunali, la gestione dell’autoparco, dell’asilo nido, del servizio di assistenza domiciliare anziani, del servizio verde pubblico e dei servizi cimiteriali.
Questo il monito del gruppo parlamentare Cinquestelle: “E’ intenzione di questa deputazione entrare in possesso della documentazione richiesta al fine di conoscere l’attuale stato di salute economica e la composizione in termini di personale della società partecipata, nonché delle competenze impiegate al suo interno, nel generale interesse della cittadinanza del comune etneo”.
La società era già stata interpellata una prima volta ad ottobre 2015 dalla consigliera comunale M5S Giusy Rannone e, in seguito, proprio dal gruppo parlamentare Cinquestelle. “Avranno male interpretato la richiesta ispettiva, – afferma Foti – dal momento che si sono limitati ad allegare un generico grafico di suddivisione di funzioni anziché l’organigramma completo come richiesto. Come è probabile che la stessa Società non fosse a conoscenza del fatto che presso il sito del Comune e della Multiservizi non è possibile reperire alcun dato aggiornato relativamente ai controlli contabili effettuati dagli organi e dei contratti dei servizi affidatigli dal Comune come previsto dalla normativa vigente”. La Multiservizi adesso è tenuta a rispondere alle richieste della parlamentare entro 15 giorni.
In ultimo, dal Movimento 5 Stelle ribadiscono il diritto di accesso agli atti di cui alla legge n. 241/90 art. 28 bis, che attribuisce ai deputati regionali, nell’esercizio della loro funzione, il diritto all’accesso ai documenti amministrativi. “Da ciò, – conclude Foti – consegue che un eventuale diniego all’atto ispettivo costituisce un illegittimo ostacolo al concreto esercizio del mandato. Va chiarito che eventuali “dati sensibili” non precludono di per sé, sempre e comunque, l’accesso agli atti”.