Due esposti alla Corte dei Conti per presunto danno erariale che riguardano due diversi episodi, e una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella quale si evince un abuso al principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale. Così il deputato regionale Giancarlo Cancelleri e la consigliera comunale Giusy Rannone del Movimento 5 Stelle, questa mattina in conferenza stampa presso la sede Ars di Catania, raccontano gli atti posti in essere per fermare l’azione “scellerata” dell’amministrazione comunale di San Giovanni la Punta.
Nella prima denuncia, si chiede alla Corte dei Conti di indagare su un presunto danno erariale per un importo di un milione e mezzo di euro. La vicenda risale all’anno 2010, quando la precedente amministrazione, con delibera di giunta n. 65 del 6 dicembre dello stesso anno, all’unanimità disponeva la realizzazione di una struttura polivalente in via Deodato, a San Giovanni la Punta, da destinare ad attività sportive, ricreative, culturali e tempo libero. Nel 2012 venne acceso un mutuo di un milione e mezzo di euro, presso la Cassa depositi e prestiti. “Ebbene, – afferma la consigliera comunale Giusy Rannone – dal 2012 ad oggi, l’opera per la quale fu acceso il mutuo, avviato il bando di gara e approvato il progetto, non è stata mai realizzata; anzi, sulla stessa area, secondo il Piano triennale delle opere 2016-2018, approvato il 13 luglio 2015 dall’attuale consiglio comunale, è in progetto la realizzazione di un CCR, la cui presenza mal si concilia in un’area destinata a verde attrezzato e nel cuore di un centro abitato, e il cui costo peraltro è nettamente inferiore all’importo del mutuo acceso”. “Oltre al danno la beffa, – continua la Rannone – nel novembre del 2015, infatti, veniva approvato in consiglio la rinegoziazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti (a totale carico della collettività per un’opera mai realizzata) in cui venivano prorogati fino al 2040 tutti i mutui in capo all’amministrazione”. La consigliera Rannone non è mai entrata in possesso di una copia dell’atto di stipula del mutuo tra l’amministrazione puntese e la Cassa depositi e prestiti, ma sulla sua accensione ed accertamento in entrata non vi sono dubbi.
“Vero è che il sindaco attuale e il dirigente dei lavori pubblici, – interviene il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri, presente anch’egli in conferenza stampa – hanno diverse volte affermato che queste somme verranno utilizzate per altri progetti, ma a tutt’oggi questa cifra non è stata devoluta né impegnata per nessuna opera certa, mentre della maturazione degli interessi e del rimborso del capitale vi è certezza. Adesso lasciamo alla Corte il compito di accertare le eventuali responsabilità erariali causate dalle condotte di un’amministrazione comunale allo sbaraglio”.
Il parlamentare Cinquestelle, sempre in conferenza stampa, entra anche nel merito della lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo essere stato multato dalla polizia municipale del comune etneo, insieme alla Consigliera Rannone e ad altri attivisti locali, per aver piantato delle stelle di natale e altre piantine durante il periodo natalizio. Una multa per un importo di poco più di 57 euro perché il deputato ha posto in essere “…un’azione – da verbale – condivisa con altri soggetti, rivolta alla finalità di procedere a pulizia, manutenzione e collocazione di piantine (stelle di natale e ciclamini), in violazione alle norme… del vigente Regolamento di Polizia Urbana…”. Ovviamente la multa è stata puntualmente pagata, ma il deputato regionale scrive al Presidente della Repubblica per segnalare la vicenda e cita il principio costituzionale di sussidarietà orizzontale che consente ai privati (sia in forma associata che individuale) di svolgere opere legate all’attività amministrativa; attività che rimane nella titolarità degli enti pubblici ma che questi sono chiamati a favorire mediante l’iniziativa privata lasciando ad essa ampi margini di manovra.
E quindi, il secondo esposto, presentato nuovamente dalla consigliera Giusy Rannone alla Corte dei conti per un altro presunto danno erariale perpetrato dall’attuale amministrazione.
“Questa volta – afferma la consigliera – si tratta di cifre irrisorie ma vi è all’origine una prassi indegna, ormai consolidata da questa amministrazione, che consiste nel trovare pretesti del tutto strumentali pur di mettere a tacere chi non sta dalla stessa parte”. Potremmo ipotizzare che siano state mal digerite le critiche e le numerose richieste di chiarimento avanzate dalla Rannone in questo anno di consiliatura, come quella relativo all’assegnazione di un incarico di portavoce addetto alla comunicazione stranamente avvenuto dopo che è stato revocato un precedente bando per la medesima figura di cui ad oggi non si ha notizia; oppure sulla mancanza di partecipazione e trasparenza al Bilancio Partecipato per il quale ad oggi, pur avendo presentato un’interrogazione oltre sei mesi fa, la consigliera non ha ottenuto alcuna risposta; o infine, per la gestione di alcuni lavori pubblici relativi alle operazioni di demolizione e spostamento di una pregevole opera pubblica a servizio dei bambini (bambinopoli) per far posto ad un parcheggio di 139 stalli, a servizio di un centro di raccolta rifiuti non ancora eseguito, e per la realizzazione del quale si è seguito un iter poco chiaro al vaglio della magistratura – oltremodo sovradimensionato rispetto alle reali esigenze.
A fronte di questi episodi, la giunta comunale, con delibera n. 17 del 16 febbraio scorso, ha autorizzato “il Sindaco a promuovere dinanzi alle competenti sedi giudiziarie, sia civile che penale, delle azioni legali tese a tutelare l’integrità e l’immagine del Comune e degli organi che agiscono per esso, avverso le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Consigliere Comunale Giuseppina Rannone….”. E così, il Sindaco, “autorizzato e contento” ha conferito incarico ad un legale esterno per un compenso di mille euro.
“Essendo questa una consulenza del tutto priva di rigore logico, – conclude Giusy Rannone – anche questa volta palesiamo un presunto danno erariale. La Suprema Corte di Cassazione, infatti, è unanime nel considerare episodi analoghi – anche ben più gravi – del tutto ricadenti nel più generale diritto di critica politica. Non mi fermerò, i cittadini devono essere informati ed io ho il dovere di fare tutte le indagini ispettive per le quali mi hanno dato mandato”.