I deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars smontano l’accordo Renzi -Crocetta e denunciano: “Invece di esultare, il governo regionale porti le carte in parlamento dato che 7 miliardi l’anno rimangono ben custoditi nelle tasche dello Stato”
“Secondo quanto apprendiamo da titoli trionfalistici delle cronache siciliane, ci sarebbe l’ok di Palazzo Chigi che riconoscerebbe alla Sicilia un miliardo di euro l’anno per tre anni. Nemmeno Totò Truffa sarebbe stato capace di far passare una sconfitta per una vittoria ed un furto in una donazione”. A denunciarlo sono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars che carte alla mano smontano l’accordo Renzi – Crocetta sulla modifica delle norme che regolano i rapporti tra lo Stato e l’Isola. “Sembrerebbe – spiegano i deputati – che siamo dinanzi ad un accordo prima sottoscritto il 20 giugno 2016 con Crocetta, poi inserito in un decreto legge che poi ovviamente è stato convertito in legge dello Stato, affinché, su quasi 24 miliardi di euro sborsati in tre anni, dallo Stato ne venga restituito ai siciliani appena un ottavo. Mentre gli altri resteranno ben custoditi nelle tasche dello Stato”. Crocetta – sottolineano i deputati M5S – decanta l’accordo con Renzi come una vittoria ma la sua politica è perdente e con lui perde tutta la Sicilia esultando per la ratifica da parte di Roma, tramite decreto, dei termini dell’accordo sottoscritto a Giugno. In realtà ad esultare è Renzi, dato che adesso potrà redigere una manovra finanziaria senza dover tenere conto delle somme che avrebbe dovuto riconoscere alla Sicilia, qualora un governo regionale degno di questo nome le avesse richieste. L’operazione svolta serve infatti solo a pareggiare un bilancio asfittico della regione, tenuto in deficit dai mancati riconoscimenti in materia tributaria da parte dello Stato, somme enormemente superiori al miliardo e mezzo circa riconosciuti in questo accordo/truffa. Mentre Crocetta esulta, i siciliani piangono. Prima di abbandonarci ai facili entusiasmi e ai vuoti proclami cui Crocetta ci ha abituati – concludono i 14 dall’Ars – sarebbe benne conoscere i dettagli dell’accordo. Il governo porti le carte in Parlamento”.