I deputati Francesco Cappello e Stefano Zito diffondono foto della scarsa igiene di una struttura ospedaliera pubblica palermitana. “C’è una sanità reale ed una virtuale. L’assessore Gucciardi ha ben poco da festeggiare”
“C’è una sanità reale e una sanità virtuale che esiste solo per l’Agenas e quindi per parte della stampa. Quella che conoscono i cittadini siciliani è fatta da Pronto Soccorso insicuri, di dipendenti precari usati sino allo sfinimento, di direttori generali nominati dalla politica che rendono perciò conto ai deputati e non ai pazienti e quindi ai siciliani”. A dichiararlo sono i deputati M5S all’Ars Francesco Cappello e Stefano Zito che puntano il dito contro l’ostentata soddisfazione dell’assessore regionale Gucciardi nel commentare i dati diffusi dall’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali e rendono note delle fotografie che documentano la scarsa igiene di alcuni reparti di ospedali pubblici di Palermo. “La sanità siciliana – dicono i deputati M5S – è quella che predilige il privato al pubblico con aziende sanitarie pubbliche ormai al collasso e dai conti perennemente in rosso. La Sicilia è ancora priva della rete emergenza urgenza e della rete ospedaliera tutta. È ancora in piano di rientro nonostante da più di un anno abbia risanato i conti. Graduatorie bloccate, concorsi non banditi da molti anni. Compartecipazione alla spesa sanitaria più alta di tutte le altre regioni in cambio del nulla. Non sappiamo quali siano i parametri dell’Agenas ma consigliamo a questo organismo di interrogare un qualsiasi medico od infermiere e poi un paziente per ottenere tra versioni dello stesso pessimo servizio pagato a carissimo prezzo da tutti i siciliani. Ebbene, in questi giorni siamo stati in una nota struttura pubblica ospedaliera di Palermo ed abbiamo documentato uno scempio in termini di igiene dei reparti che cozza non solo con la professionalità ed abnegazione di molti medici, costretti praticamente a lavorare in trincea, ma anche e soprattutto – concludono i deputati Ars – con le esigenze dei pazienti che usufruiscono loro malgrado, della sanità pubblica”.