Debiti nei confronti delle imprese locali per circa 20 milioni di euro. Da lunedì le ditte locali anticipano che non evaderanno più ordini provenienti dalla Co.Si.Ge., bloccando di fatto i lavori nel cantiere.
“Da oltre 10 mesi le imprese locali che a vario titolo forniscono beni e servizi alla Co.Si.Ge. S.c.a.r.l., soggetto affidatario dell’esecuzione dell’autostrada Siracusa-Gela, tratto Rosolini–Modica, non ricevono il pagamento delle fatture emesse, per un debito complessivo che si aggira sui 20 milioni di euro”. Lo denuncia la deputata iblea del M5S all’Ars Vanessa Ferreri.
“Si tratta di imprese locali che hanno investito cospicue risorse in questo progetto ma che adesso, considerato l’intollerabile ritardo, non sono più in grado di pagare gli operai, e saranno costrette a portare i libri contabili in Tribunale per l’inevitabile dichiarazione di fallimento”, afferma la Ferreri.
“Ho appreso che lo scorso dicembre – continua la parlamentare 5Stelle – è stato istituito presso la Prefettura di Ragusa un tavolo permanente con la partecipazione delle componenti istituzionali coinvolte, delle associazioni di categoria, nonché della stessa CO.SI.GE., finalizzato a monitorare lo stato di avanzamento dei lavori e risolvere questa piaga dei ritardi nei pagamenti. Orbene, l’ennesimo inutile tavolo permanente improduttivo di un qualsiasi risultato, stante il protrarsi della situazione. Proprio oggi mi è giunta voce che a partire da lunedì 20 febbraio le ditte locali non evaderanno più ordini provenienti dalla Co.Si.Ge., bloccando di fatto i lavori dell’unico cantiere aperto in Sicilia ma che sin da subito si è distinto per la sua travagliata gestazione”.
La deputata ha già scritto al presidente Crocetta, all’assessore alle Infrastrutture Pistorio, al Prefetto di Ragusa e ai vertici del CAS, invitandoli a vigilare sulla serietà delle imprese a cui vengono affidati gli appalti, e a controllare la gestione dei fondi pubblici erogati alle ditte che si aggiudicano i lavori. “Non è tollerabile – conclude – che le uniche a rimetterci siano sempre le piccole medie imprese che lavorano nei territori utilizzando operai locali e risorse proprie”.