La denuncia è firmata dal senatore Giarrusso, dalla deputata all’Ars Foti e dai due consiglieri comunali 5Stelle Amato e Solfato. Ad oggetto la mancata messa in sicurezza della vasca B2, l’imminente pericolo frane, nonché gli studi medici che accertano l’incidenza dei tumori nelle aree vicine alle discariche.
Nel mirino dei 5 Stelle il progetto di ampliamento della discarica di Cozzo Vuturo. Proprio questa mattina è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica, a firma del senatore Mario Giarrusso, della deputata all’Ars Angela Foti e dei consiglieri comunali ennesi Cinzia Amato e Davide Solfato del Movimento 5 Stelle che, prima di depositare la denuncia, hanno incontrato lo stesso procuratore Massimo Palmeri. Oggetto della denuncia, la mancata messa in sicurezza della vasca B2, l’imminente pericolo frane, nonché gli studi medici che accertano l’aumento dei tumori nelle aree vicine alle discariche.
“Sequestrare urgentemente l’area, – è chiara e univoca la richiesta dei portavoce 5Stelle – è inaccettabile, infatti, che i lavori di ampliamento proseguono regolarmente come nulla fosse”. Il Movimento 5 Stelle lotta da anni contro il pericolo di inquinamento ambientale che deriva dal trabocco di percolati dalle vasche B1 e B2 della discarica, di recente confermato anche dalla Procura di Enna che, lo scorso febbraio, ha concluso le indagini con la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del direttore tecnico dell’Ato Enna Euno, Salvatore Rindone, del direttore tecnico di Sicilia Ambiente, Roberto Palumbo, e di Luigi Lanza, direttore dei lavori. Nella stessa indagine sono state riscontrare “condotte omissive” relative alla “mancata adozione di misure e di iniziativa volte a evitare l’evento” e che avrebbero pertanto concorso a causare “il ricorrente versamento dalle vasche dell’impianto di percolato contenente sostanze ritenute pericolose” che avrebbero, contaminato “i terreni limitrofi e quelli a valle, nonché le sottostanti falde acquifere”.
Tra gli argomenti della denuncia c’è la stessa posizione della discarica. “La contrada di Cozzo Vuturo non si presta ad ospitare una discarica, – affermano i consiglieri comunali Amato e Solfato – visto ché si tratta di una zona a calanchi, tra due valloni naturali, e pertanto soggetta al pericolo di frane imminenti”. E infine, si denuncia il grave danno che ne deriva anche per la salute pubblica, confermato da uno studio medico condotto dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario della Regione Lazio e che dimostra come vivere vicino a una discarica aumenti il rischio di cancro. “Anche nelle nostre zone ci sono casi che sembrerebbero confermare questa ricerca, – continuano i due consiglieri 5Stelle – come ad esempio i quattro componenti dello stesso nucleo familiare che vivono e lavorano a circa 500 metri dalla discarica di Cozzo Vuturo, e che si sono ammalati di tumore”.
“Abbiamo anticipato al procuratore che faremo altri passi per approfondire aspetti giuridici sull’ampliamento, – interviene il senatore Mario Giarrusso – a breve, infatti, potremmo trovarci a presentare un altro esposto. Se una vasca è di 350 mila metri cubi e l’ampliamento è di 470 mila metri cubi, non si dovrebbe parlare di ampliamento ma di nuova realizzazione. Probabilmente, di fronte a noi si profila un escamotage furbetto; riteniamo, infatti, che la procedura di ampliamento possa essere stata illecitamente e illegittimamente utilizzata al solo scopo di bypassare la normativa per i nuovi insediamenti e, quindi, le procedure che sarebbero state altre e diverse, ben più onerose”.
Conclude la deputata all’Ars Angela Foti: “la mancata messa in sicurezza non è solo un dramma ambientale ma anche economico. Diversi grandi comuni in questa provincia, inclusa Enna – dice la Foti – hanno delle percentuali di raccolta differenziata praticamente inesistenti. E’ indispensabile individuare le responsabilità politiche e per questo stiamo sollecitando l’assessorato regionale affinché venga verificato tutto il procedimento amministrativo. L’ampliamento, infatti, è stato firmato anche dai due funzionari Cannova e Zuccarello, già conosciuti alla Procura di Catania per le note inchieste sul mondo delle discariche in Sicilia”.