La fusione di Crias e Ircac e la creazione dell’ Istituto regionale per il credito agevolato (IRCA), decisa con la legge di stabilità regionale, quale impatto avrà sul piano occupazionale e locale? Che fine faranno le sedi territoriali esistenti dei due enti, qualcuna sarà soppressa o saranno mantenute tutte? A chiederselo è il M5S, che ha presentato un’ interrogazione parlamentare, primo firmatario Matteo Mangiacavallo, per chiedere al Governo regionale quali saranno sul piano societario gli effetti della fusione tra i due enti, confluiti nella neonata partecipata regionale, ed in particolare per le sedi operative esistenti ad Agrigento e Messina in Sicilia. “La nuova Irca, infatti, ha sede a Palermo – dicono i deputati regionali del M5S Giovanni Di Caro e Matteo Mangiacavallo – e natura giuridica di ente economico dotato d personalità giuridica di diritto pubblico e subentrerà in tutti i rapporti attivi e passivi degli enti incorporati (CRIAS e IRCAC). E a seguito della fusione, manterrà il trattamento giuridico ed economico già acquisito alla data di entrata in vigore della legge regionale”. “A Palermo – affermano – si trova la sede amministrativa e operativa dell’IRCAC, mentre la CRIAS ha una sede amministrativa e operativa a Catania ed ad altre sedi operative a Palermo, Messina e Agrigento”. “Ma qualcosa non quadra, perché – aggiungono – il regolamento di attuazione dell’IRCA prevede la soppressione delle sedi operative di Messina ed Agrigento, rimandando a presunte scelte future l’apertura di altre sedi operative; mentre il decreto presidenziale dello scorso 29 novembre, che battezza la nuova Irca, oltre ad individuare a Palermo la sede legale e amministrativa e ad indicare il mantenimento di due sedi operative, a Palermo e Catania, stabilisce che ‘per lo svolgimento dell’attività istituzionale possono essere istituite ulteriori sedi operative sul territorio regionale'”. Per Magiacavallo e Di caro si tratta di “un percorso non proprio lineare”. “Ci chiediamo – affermano gli esponenti del M5s – che senso abbia disporre la chiusura della sedi di Messina e Agrigento, come indica il regolamento della neonata IRCA, salvo poi prevedere nel decreto presidenziale di istituzione delle neonata partecipata e aprire alla possibilità di crearne di nuove”. “Chiediamo al Governo regionale di dire chiaramente cosa intende fare – concludono – e se intende modificare la norma regolamentare alla luce di queste incongruenze che non vanno di certo nella direzione di rendere più snella la nuova partecipata e come intende procedere in ordine alla riorganizzazione dell’attività svolta, in particolare della sede Agrigentina della defunta Crias”.
Sicilia: M5S presenta interrogazione su fusione Crias e Ircac
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