“La linea non è mai cambiata, nessuna giravolta dal Movimento 5 Stelle sulle trivellazioni. Quanto sta avvenendo è frutto delle scelte scellerate contenute nello Sblocca Italia. Nel 2016 abbiamo condotto una battaglia per bloccare le nuove concessioni per l’estrazione di idrocarburi previste da quel decreto, voluto da Matteo Renzi e dal Pd, che avrebbe avuto l’effetto di autorizzarne e sbloccarne di nuove. E lo abbiamo fatto in modo democratico, facendoci promotori di una campagna referendaria per l’abrogazione di quelle norme. Ma forse qualcuno lo ha dimenticato”. Così in una nota il gruppo parlamentare dal M5s all’Ars. “Le autorizzazioni rese – spiega il deputato regionale del M5s Giampiero Trizzino – sono legate a procedimenti di Valutazioni di impatto ambientale (VIA), che risalgono alla passata legislatura e che erano state già concesse dai ministeri compententi: ossia dal ministero dello Sviluppo economico e dal ministero dell’Ambiente, che all’epoca non erano né guidati da Di Maio né da Costa, ma dal Pd”. “Sul piano normativo – dice ancora Trizzino – il Codice dell’Ambiente parla chiaro. Se un procedimento di VIA si è concluso, l’unica cosa da fare è impugnare il provvedimento amministrativo che viene emanato dal dirigente generale del MISE e non dal ministro, fermo restando che il titolare del dicastero non ha alcuna competenza”. Per la deputata regionale del M5s Angela Foti: “paghiamo gli effetti del disastro ‘Sblocca Italia’”. “Il Governo – afferma – ha già dato un input significativo già nella manovra prevedendo incentivi per le rinnovabili e disincentivando l’uso dei carburanti”.
“Siamo fiduciosi – conclude – che la nuova strategia energetica Nazionale (Sen) riesca a fare uscire rapidamente il nostro Paese dall’ era del fossile per proiettarci nella quarta rivoluzione industriale”.
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