La replica a Musumeci dopo l’attacco al ministro Toninelli e la richiesta di una convocazione urgente dell’Aula per affrontare la questione morale. Su questi due temi è stata incentrata oggi la conferenza stampa tenuta nel pomeriggio all’Ars dai deputati del Movimento Cinque Stelle, a cui hanno preso parte il capogruppo Francesco Cappello e i deputati Giancarlo Cancelleri e Antonio De Luca.
“Non sono più disposto ad avere come presidente della Regione il ‘galoppino della menzogna’, che corre dietro a storie non vere per salvare la propria dignità. Non sta facendo nulla per risolvere nemmeno uno dei problemi della regione, affaccendato in mille beghe elettorali e di maggioranza e distratto dai grattacapi giudiziari della sua Giunta”: così ha esordito Cancelleri, vice presidente dell’Ars, nel rispondere al presidente della Regione, Nello Musumeci, che aveva attaccato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ieri e oggi in visita nei cantieri delle opere pubbliche in Sicilia. “Un presidente della Regione – ha proseguito Cancelleri – che non si presenta agli incontri istituzionali non può permettersi di insultare figure istituzionali come è avvenuto oggi con il ministro Toninelli, soprattutto quando si tratta di figure che si sono messe a disposizione della Sicilia”.
Prosegue Cancelleri: “Perché il presidente Musumeci dice che i cantieri da 20 anni sono fermi? Lui era sottosegretario di un governo nazionale che li ha lasciati fermi, mentre noi dopo 8 mesi li stiamo riaprendo. Sempre Musumeci ha parlato della possibilità di un referendum sul Ponte di Messina. Bene, noi lo aspettiamo. Dovremo spendere 5-10 milioni di euro per interpellare i siciliani su una cosa disarmante. Cosa devono dire i cittadini se non c’è un solo chilometro di autostrada ad Agrigento o nell’entroterra del Nisseno? Pensate che chi ha bisogno di un collegamento tra Mussomeli e Caltanissetta abbia bisogno del Ponte?”
Cancelleri torna poi sulla questione del commissario straordinario per l’emergenza strade in Sicilia: “Il commissario è già alla nomina. Musumeci forse non se ne è accorto, nello Sblocca cantieri del governo nazionale c’è già l’istituzione del commissario, la prossima settimana sarà nominato e il ministero delle Infrastrutture gli affiderà l’incarico, sbloccando i fondi, circa 500 milioni di euro che creeranno lavoro, occupazione e finalmente il ripristino della viabilità. Il ministro Toninelli non ha mai detto che avrebbe dato questo incarico nelle mani del presidente della Regione, come ha detto Musumeci oggi”. Dovrà essere una persona integerrima che avrà il potere di affidare appalti diretti e aprire cantieri in un tempo accettabile. Se Musumeci si impunta a volere i poteri vuol dire che non hai capito nulla della collaborazione istituzionale”.
“Musumeci – ha aggiunto Antonio De Luca – non fa altro che lamentarsi come il bambino che avrebbe voluto portare lui il pallone e invece finalmente dal governo centrale si è ammesso che in Sicilia c’è una difficoltà infrastrutturale che dura da decenni e si è deciso di porre rimedio. Questa è la notizia, per il resto sono solo beghe. Musumeci ha perso l’unica cosa che gli era rimasta, lo stile, appare sobrio ma è nervosissimo. Nell’ultimo semestre, solo per la Sicilia, sono stati sbloccati dal Governo nazionale cantieri di opere pubbliche per decine di milioni, a Messina è stata costituita con legge ad hoc, l’Autorità portuale dello Stretto, a differenza di questa giunta che a proposito del Cas – Consorzio autostrade siciliane, nel 2017 ha visto 755 inadempienze rilevate, che ad oggi sono ancora 541”.
In conclusione, il capogruppo Cappello ha comunicato che i 20 deputati hanno depositato in segreteria dell’Ars la richiesta di una convocazione straordinaria dell’Aula per la cosiddetta questione morale. “Riteniamo – ha spiegato Cappello – necessario e indifferibile che il parlamento affronti la questione morale. Non prenderemo parte ai lavori della Commissione Bilancio sul collegato finché Savona non si dimetterà perché lo riteniamo assolutamente incompatibile con il ruolo di presidente. Visto che abbiamo un così alto numero di indagati in giunta, nella giunta del presidente dell’antimafia, e tra i parlamentari, il parlamento si guardi allo specchio per un esame di coscienza e affronti immediatamente questa delicatissima situazione”.