Lo afferma la deputazione 5 stelle regionale e nazionale della provincia di Siracusa. “Le colpe sono dei governi dell’isola degli ultimi 20 anni, fino alla gestione Musumeci. Un plauso alla magistratura, ma i controlli pubblici vanno potenziati al massimo”.
“Gli ultimi risvolti nel caso del sequestro del depuratore consortile di Priolo, gestito da Ias, segnano inequivocabilmente il fallimento della politica regionale. Se il pubblico dovrà adesso uscire dalla gestione dell’importante impianto, lasciandola ai privati, la colpa ricade tutta sulla disastrosa politica regionale degli ultimi venti anni almeno, fino alla gestione Musumeci. Una cosa deve essere subito chiara, e per questo ci batteremo alla Regione e coinvolgeremo il Ministero dell’Ambiente: il sistema dei controlli deve rimanere in mani pubbliche, a prescindere dalla gestione. I controlli vanno potenziati, devono essere costanti e devono prevedere il coinvolgimento di Arpa ed Ispra”.
Lo affermano i deputati M5S della provincia di Siracusa a Roma (Paolo Ficara, Pino Pisani, Filippo Scerra e Maria Marzana) e all’Ars (Stefano Zito e Giorgio Pasqua).
“Un plauso – dicono i parlamentari – va all’eccellente lavoro della Procura di Siracusa, che si è dovuta sostituire agli enti ed agli organi di controllo regionale che avrebbero dovuto funzionare negli anni. Adesso bisogna scongiurare il rischio di uno stop degli impianti di depurazione, dei licenziamenti e le conseguenti ricadute su tutto il sistema industriale, con un occhio più che attento alla protezione ed alla salvaguardia dell’ambiente”.
“Le storture attuali – proseguono i deputati – sono figlie del fallimento del governo Crocetta in particolare. Non si è mai andati oltre le proroghe e gli anni sono passati senza mettere mano ad una situazione che già allora appariva precaria. Parlare di disattenzione è quasi eufemistico. Quanto a Musumeci, più volte il suo governo ha dichiarato l’indisponibilità a finanziare i lavori necessari dell’impianto, e ha solo prodotto un bando di gara nato, a quanto pare, già morto. E così sembra quasi inevitabile il passaggio della gestione del depuratore consortile in mani private”.
“Forse, ma questo lo appureranno i giudici che stanno indagando anche sul ‘sistema Montante’ – concludono i deputati – era già scritto che il pubblico dovesse fallire nella sua gestione. Ma al di là dei sospetti, una cosa deve essere chiara, il M5S non arretrerà di un passo, continuando a chiedere un potenziamento dei controlli ed una maggiore tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, unitamente alla salvaguardia dei posti di lavoro”.