Quello che sta venendo fuori sul caso Arata è a dir poco preoccupante, una sorta di verminaio che rischia di compromettere la credibilità delle istituzioni regionali, già ai minimi termini. Miccichè, stando a quanto riportato dalla cronache, sapeva che dietro Arata c’era Nicastri, ovvero uno dei principali finanziatori, secondo i magistrati, della latitanza di Matteo Messina Denaro. Se è vero, il minimo che dovrebbe fare è dimettersi”
Lo affermano i deputati del M5S all’Ars sulla scorta delle notizie pubblicate in questi giorni dalla stampa che testimonierebbero l’interessamento diretto del presidente dell’Ars ai progetti del faccendiere genovese, poi finito in carcere, in corso con gli assessorati regionali.
“Giorno dopo giorno – afferma il capogruppo Francesco Cappello – vengono fuori nuovi dettagli che gettano ombre pesantissime sulle istituzioni regionali e sui loro rappresentanti. A quanto si legge su alcune testate, Micciché sarebbe stato a conoscenza che dietro Arata c’era il chiacchieratissimo Nicastri, ma non si sarebbe tirato indietro e, anzi, avrebbe fatto da tramite per agevolarlo. Se è vero è gravissimo, e il minimo che potrebbe fare Micciché è dimettersi con decorrenza immediata”.
“In tutto questo – affermano i deputati M5S – Musumeci continua a fare lo struzzo. Qualcuno dica al presidente che nascondere la testa sotto la sabbia, purtroppo non cambia la realtà delle cose. Dovrebbe essere il primo a pretendere chiarezza e invece tira avanti come se nulla fosse e intanto si trova una sfilza di indagati in giunta e nella sua maggioranza. Dice che la politica deve arrivare prima della magistratura? Benissimo, dia l’esempio”.