Il capogruppo 5 Stelle Cappello: “Il silenzio tenuto finora da Musumeci, dal Pd e della maggioranza sul presidente della commissione Bilancio, indagato per truffa, e sugli altri indagati dell’Ars è inaccettabile. Poi ci chiediamo il perché della scarsa affluenza alle urne: è anche così che si scava un solco tra i cittadini e le istituzioni”.
“Il dibattito sulla questione morale dovrebbe sbarcare giovedì in aula. Con le certezze che ci regalano di questi tempi governo e parlamento regionali il condizionale è d’obbligo. Vedremo cosa uscirà fuori e se gli afoni di piazza Indipendenza, Pd e Musumeci in testa, ritroveranno la voce che finora non hanno avuto sull’increscioso caso Savona, indagato per truffa e, nonostante questo, ancora saldo la comando della commissione Bilancio”.
Lo affermano i deputati M5S all’Ars.
“Per noi – afferma il capogruppo Francesco Cappello – era inammissibile che un uomo colpito da accuse così gravi rimanesse al suo posto, specie durante i lavori del collegato, che a tutti gli effetti può considerarsi la vera Finanziaria regionale. Per questo non abbiamo partecipato ai lavori della commissione chiedendo al contempo, in assoluta solitudine, le dimissioni di Savona dalla carica”.
“Sappiamo benissimo – continua Cappello – che senza il controllo del M5S sugli lavori della commissione, la possibilità che dentro il ddl finiscano sconcezze e marchette di ogni tipo è notevolmente più alta. Era un rischio, però, che dovevamo correre. Dovevamo sottolineare l’assurdità e l’indecenza di quello che sta succedendo all’Ars. Vorrà dire che apriremo gli occhi ancora di più in aula, dove, come al solito, non faremo sconti a nessuno”.
“Siamo curiosi – aggiunge Cappello – di capire come si svilupperà il dibattito e cosa farà chi in questi mesi si è girato dall’altro alto non solo sul caso Savona, ma anche sugli indagati in giunta e nella maggioranza. Questo imbarazzante e per nulla imbarazzato silenzio è inaccettabile. Poi ci chiediamo il perché della scarsa affluenza alle urne: è anche così che si scava un solco tra i cittadini e le istituzioni”.
“Ribadiamo sempre – conclude Cappello – che tutti devono essere considerati innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma non sempre ci sono le condizioni per potere aspettare, specie quando le accuse sono pesanti e si rivestono importanti ruoli politici ed amministrativi”.