Sulla vicenda intervengono i deputati regionali Sunseri, Tancredi e Zito: “Due le strade percorribili: un nuovo ente regionale o il trasferimento all’Agenzia delle Entrate nazionale, ma il percorso va concordato con il governo a Roma”.
“A proposito di Riscossione Sicilia Spa non conosciamo ancora gli obiettivi che si vogliono perseguire, mentre la risoluzione approvata oggi a maggioranza in commissione Bilancio non aggiunge nulla di nuovo allo stallo che il governo sta continuando ad alimentare”.
Lo dicono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri, Sergio Tancredi e Stefano Zito, che sul tema hanno presentato un’interrogazione all’Ars indirizzata al presidente della Regione e all’assessore regionale per l’Economia.
“Il Governo regionale non giochi a nascondino – proseguono i deputati – sulle spalle dei 700 dipendenti di Riscossione Sicilia Spa. Si chiarisca quale strada si vuole seguire per la società incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate della Regione Siciliana. Le possibilità sono due: creare un nuovo ente regionale di natura pubblica o trasferire le competenze all’Agenzia delle Entrate nazionale”.
“Di certo – precisano Sunseri, Tancredi e Zito – la società si trova in crisi economica da diversi anni, con perdite per 34 milioni di euro e una massa debitoria di 400 milioni di euro. L’ultimo bilancio approvato risale al 2016 e quindi non abbiamo informazioni ufficiali sulla gestione economica dell’ultimo biennio. Il governo intende costituire una nuova società o far confluire funzioni e personale di Riscossione Sicilia in capo all’ente nazionale Agenzia delle Entrate? In quest’ultimo caso, come si pensa di gestire la massa debitoria della società e i costi per la gestione del personale?”, si chiedono i parlamentari M5S, che ricordano tra l’altro come “la costruzione di un nuovo sistema di riscossione non possa avvenire sulla base di disposizioni regionali generiche, ma queste devono essere vincolanti e vanno concordate direttamente con lo Stato. Indispensabile quindi, in qualsiasi caso, avviare la concertazione tra la Regione Siciliana e il ministero dell’Economia”.
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