I deputati Zito e Siragusa: “Dipendenti trattati come pubblici o privati a seconda delle convenienze del momento”. Schillaci: “La Regione non ha esercitato il proprio ruolo di vigilanza, assurdo che tutto si risolva sempre in danno dei lavoratori”. Foti: “Musumeci incapace di affrontare una tragedia sociale”.
“Convocare al più presto in audizione gli ex dipendenti dell’Ipab “Opera Pia cardinale Ernesto Ruffini” di Palermo, insieme alle altre parti interessate, per valutare quali soluzioni la Regione possa adottare per offrire loro una prospettiva occupazionale”.
È quel che chiedono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Stefano Zito e Salvatore Siragusa, che hanno presentato una richiesta di audizione congiunta nelle commissioni I (Affari istituzionali) e V (Cultura, formazione e Lavoro) all’Ars, dopo aver incontrato proprio oggi a Palazzo dei Normanni una rappresentanza dei 42 lavoratori licenziati dall’ente.
Una prima audizione sul tema si svolse su iniziativa del M5S nel maggio dello scorso anno, senza che ne seguirono provvedimenti concreti. A ottobre, poi, i deputati presentarono una mozione, mai calendarizzata all’Ars.
“C’è un silenzio inaccettabile sulla vicenda – osservano Zito e Siragusa – mentre la Regione ha una chiara competenza sulle Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza), in quanto eroga dei finanziamenti, è organo di vigilanza e siede con un proprio rappresentante nei consigli di amministrazione. In Sicilia è evidente la natura pubblica di questi enti, in quanto la nuova disciplina nazionale di riordino in senso privatistico non ha trovato applicazione nel territorio regionale. Giocando su questa linea di confine, i lavoratori sono stati trattati e tuttora vengono trattati da dipendenti pubblici o privati a seconda delle convenienze. Nel caso specifico, 42 lavoratori dell’Opera Pia Ruffini sono stati condotti al licenziamento e quindi abbandonati al loro destino, mentre la Regione avrebbe il dovere di pianificare per loro un percorso di ricollocazione. Chiediamo che sul punto si apra un confronto con l’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, con l’arcivescovo, presidente di diritto del cda dell’Ipab e con una rappresentanza dei lavoratori”.
“Al di là della vicenda giudiziaria che ha confermato i licenziamenti – aggiunge la deputata M5S Roberta Schillaci – la Regione dovrebbe assumersi le proprie responsabilità nei confronti di questi lavoratori, visto che per anni ha destinato contributi considerando le Ipab come enti pubblici, senza esercitare con la dovuta attenzione il proprio ruolo di vigilanza. Assurdo che tutto si risolva sempre in danno dei lavoratori, che invece vanno tutelati”.
“La latitanza del governo Musumeci sulla situazione delle Ipab siciliane – dichiara infine la deputata regionale M5S Angela Foti – indica l’incapacità di affrontare una tragedia sociale. Nonostante i reiterati appelli in aula e una mozione d’ordine rivolta al parlamento affinché si trattasse con urgenza la riforma, ad oggi siamo fermi al palo e il bollettino di guerra ormai fa rilevare numeri drammatici. Nello specifico il trattamento riservato agli ex lavoratori dell’Ipab ‘Ruffini’ è la rappresentazione plastica degli abusi che in questi anni i dipendenti pubblici stanno subendo. Ci rivolgeremo direttamente al ministero del Lavoro affinché la Regione sia chiamata alle sue responsabilità”.