I deputati Foti, Zafarana e De Luca: “Mega-lotti accessibili solo dalle multinazionali. Capitolati redatti senza le necessarie competenze tecniche. Assurda la delega ad altre Regioni. Il sistema della Cuc va interamente rivisto. Armao e Razza vengano a riferire in Commissione”.
“Gli appalti pubblici della sanità regionale stanno fortemente penalizzando le piccole e micro imprese del territorio. Basi d’asta con importi eccessivi e mancanza di un team con le necessarie competenze tecniche per proporre al mercato appalti sostenibili sono i due grandi problemi irrisolti della Cuc (Centrale unica di committenza) regionale. Problemi che non si risolveranno di certo affidando le gare ad altre Regioni – la Campania e la Lombardia – come disposto dalla delibera della giunta regionale n. 317 del 4 settembre. Bisogna intervenire subito per riportare il sistema su un binario di efficienza, aprendo un tavolo con le parti interessate”.
Lo dicono i deputati regionali Angela Foti, Valentina Zafarana e Antonio De Luca, del Movimento 5 Stelle. Foti e Zafarana ieri hanno incontrato in audizione in commissione Attività produttive i rappresentanti di Confimprese Sicilia per fare il punto proprio sui servizi e le prestazioni in ambito sanitario appaltate dalla Regione o finite a binario morto.
“Il quadro che emerge – illustrano i deputati – è desolante: i capitolati vengono redatti da personale e reclutato alla bisogna, privo delle necessarie competenze. Le gare prevedono mega-lotti accessibili solo alle multinazionali. La Cuc ha 12 dipendenti contro i 90 di altre Regioni che vengono prese come modello virtuoso. Questo modo di operare del governo regionale metterà nell’angolo le piccole imprese e le micro-imprese del comparto, che annoverano intorno ai 5000 operatori, molti dei quali altamente specializzati. Paradossalmente, i grossi fornitori vincono e sub-appaltano agli operatori locali, generando una distorsione sulla quale bisogna riflettere. Infine, una Regione importante come la Sicilia non può derogare questo compito ad altre Regioni: se lo fa, vuol dire che ha fallito e sta solo aggravando il trend di impoverimento del tessuto produttivo siciliano”.
“Si pensi quindi – proseguono i deputati – a istituire un tavolo permanente dove possano sedere anche gli operatori del settore e si crei un team stabile con il necessario know-how tecnico per proporre al mercato appalti sostenibili. Il criterio dell’aggiudicazione sull’offerta economicamente più vantaggiosa non può essere l’unico obiettivo della Cuc, che deve puntare anche all’efficienza e all’efficacia del servizio di cui intende avvalersi. Riteniamo quindi indispensabili frazionamenti funzionali delle gare, come previsto anche dal Codice degli appalti, e controlli post-aggiudicazione così da garantire la qualità dei servizi e delle prestazioni. Gli assessori Armao e Razza si presentino in commissione Attività produttive per affrontare finalmente la questione. Avevamo infatti chiesto in commissione Sanità ai due assessori il ritiro della delibera 317. L’hanno negato, impegnandosi ad apportare dei correttivi ad oggi non attuati. Investiremo l’aula con una mozione che impegni il governo a ritirare la delibera in questione. O Musumeci vuole la Sicilia ancora una colonia del Nord?”.