“In Sicilia il call center che risponde al numero d’emergenza sul Coronavirus il 1500, opera con i lavoratori a rischio Coronavirus. Un paradosso inaccettabile confermato dalle notizie di cronaca che raccontano di un’operatrice del call center di via Cordova positiva al test sul COVID-19 e dalle denunce sindacati. L’azienda metta in atto tutte le precauzioni previste per legge in termine di prevenzione e applichi forme di smart working. Chiedo controlli agli enti preposti sulle azioni di precauzione intraprese dalle aziende”. A denunciarlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’Ars Roberta Schillaci che, accogliendo il grido d’allarme degli operatori e dei sindacati di Almaviva, incalza la Regione ad attivare immediati controlli sulle necessarie prescrizioni di sicurezza degli operatori del call center. “Davvero incredibile – spiega Schillaci – come l’azienda che si è vista affidare dal ministero la commessa per il numero d’emergenza 1500 sul Coronavirus, metta a repentaglio i lavoratori proprio di Coronavirus dato che, nonostante le decine di segnalazioni, pare continui a non applicare le dovute precauzioni. L’azienda predisponga le postazioni a scacchiera, dispositivi di protezione individuale e attivazione dello smart working. Cosa ancora più preoccupante è che lo stabile dove è allocato il call center è lo stesso che ospita la Corte dei Conti e il CGA, strutture che hanno nel frattempo adottato le misure di tutela dei propri dipendenti come il Lavoro Agile. Senza le necessarie azioni di prevenzione e tutela dei lavoratori, quel palazzo rischia di diventare una vera e propria polveriera per la diffusione del virus”. Per deputati Nuccio Di Paola e Giampiero Trizzino, Almaviva potrebbe non essere l’unico call center a non rispettare le tutele per gli operatori. “Il nostro grido d’allarme – spiegano Di Paola e Trizzino – lo avevamo già lanciato qualche giorno fa con una interrogazione. Si applichi subito lo smart working per tutti gli operatori dei call center che possono purtroppo essere dei luoghi dove il coronavirus può diffondersi in maniera molto veloce se non vengono garantite le adeguate misure di sicurezza e la distanza interpersonale tra i lavoratori. Oggi registriamo questo caso sospetto di un’operatrice Almaviva che metterebbe a repentaglio altre persone. Ci giunge voce che in altri call center sparsi in Sicilia ed in particolare modo a Telecontact ci sono sindacati e lavoratori che chiedono lo smart working. Non riusciamo a comprendere perché in Sicilia, dove operano centinaia di lavoratori in questo settore, non si riesca ad applicare tale modalità di lavoro. Il presidente della Regione accolga la nostra proposta di emettere un’ordinanza specifica che impone misure di prevenzione per i lavoratori del call center in Sicilia. Non c’è tempo da perdere” – concludono.