I deputati Cinquestelle a Sala d’Ercole: “No a finta semplificazione e a poteri speciali al presidente della Regione”.
“Stiamo creando un mostro mettendo insieme cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Non vogliamo essere responsabili di una “norma Frankenstein” che peggiora le condizioni di vita dei cittadini siciliani”. A dichiararlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Giorgio Pasqua annunciando il voto contrario del gruppo parlamentare M5S al disegno di legge sulle Disposizioni per l’accelerazione dei procedimenti amministrativi. “Siamo partiti per semplificare la vita dei cittadini e abbiamo finito per regalare poteri speciali al presidente della Regione – dicono i componenti della Commissione Affari Istituzionali all’Ars Gianina Ciancio e Salvatore Siragusa – Chi ha votato questa legge si assumerà la responsabilità di essersi spogliato delle proprie prerogative per dare libera mano ad un uomo solo al comando, che nella fase dell’emergenza ha dimostrato di non essere per nulla all’altezza”.“Inconcepibile mettere nelle mani del presidente della regione qualunque esso sia, 24 mesi di capacità gestionale d’emergenza. Avremmo fatto bene ad attendere le riforme del Governo Conte che opereranno una tangibile semplificazione degli appalti”. “Per sburocratizzare, bisognerebbe togliere le leggi anziché ingarbugliare la Sicilia con altre norme. Per questo motivo il nostro collega Giovanni Di Caro ha presentato un ordine del giorno per l’istituzione di una commissione speciale sul tema. Sburocratizzare, significa snellire, non aggiungere leggi e leggine che complicano tutto”.
“Una legge partita male e finita nel peggiore dei modi. Avevamo già espresso diversi dubbi in commissione, dove abbiamo contribuito a migliorare il testo per salvare il salvabile, ma prendiamo atto che a fronte della nostra buona volontà non c’è stata correttezza e linearità nell’iter che ha portato all’approvazione del testo. Con un colpo di mano, infatti, il governo Musumeci ha forzato le procedure parlamentari per inserire, con la complicità di Miccichè e Sammartino, norme di cui non si era mai discusso in commissione” – concludono.