Scatta l’interrogazione al governo Regionale: “Sistema sanitario inadeguato. Controlli ambientali all’anno zero”.
Palermo 17 luglio 2020 – “In questi mesi è sempre più presente nel dibattito regionale la conversione degli impianti del petrolchimico di Gela in bioraffineria. Il rapporto Sentieri, che non è la nota soap opera, ma uno studio epidemiologico coordinato dall’Istituto superiore di sanità e finanziato dal Ministero della Salute ha dato numeri agghiaccianti sull’impatto sanitario associato alla residenza nei siti inquinati del territorio gelese dove si muore di tumore più che nel resto d’Italia. Chiedo alla Regione di attivarsi per predisporre la valutazione del Danno Sanitario provocato dalle attività produttive inquinanti sulla salute dell’uomo. Sarebbe utile inoltre, leggere nero su bianco come risponde il sistema sanitario a questa vera e propria cronica emergenza di salute”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Ketty Damante che con una interrogazione, chiede al governo Regionale di predisporre il sistema di valutazione del Danno Sanitario per il comprensorio gelese. “L’aggiornamento di giugno 2019 per il SIN di Gela – spiega Damante – è drammatico: Il profilo di mortalità nel sito mostra una generale tendenza all’eccesso delle stime di rischio. Un eccesso di rischio si osserva in entrambi i generi per tutte le cause, l’insieme dei tumori, le malattie dell’apparato urinario e, solo tra le donne, per le malattie del sistema circolatorio; un eccesso è presente in entrambi i generi per i tumori maligni dello stomaco, colon retto e polmoni e per le malattie respiratorie acute”.
“Lo stesso Studio – sottolinea ancora la deputata – non tiene conto di altre eventuali sostanze chimiche non rilevate dai monitoraggi di routine. Inoltre, i potenziali effetti sulla salute umana associabili all’esposizione a miscele di contaminanti nell’ambiente sono spesso ignoti. Ma l’uso di inquinanti sul territorio dove vivono i nostri figli non si è concluso col termine della raffinazione del petrolio, in riferimento alla bioraffineria attualmente in esercizio. Quindi quanto è green la bioraffineria di Gela? Cosa serve per raffinare? Quali composti chimici utilizza per ottenere carburante? Dai documenti che la stessa azienda ha comunicato al Ministero dell’Ambiente è possibile apprendere quali sostanze utilizza la raffineria cosiddetta “green” per raffinare oli e vegetali e anche in questo caso c’è davvero poco da star sereni. Verranno utilizzati ad esempio circa 8000 tonnellate di materie prime che contengono sostanze pericolose come: Dietanolammina, Dimetil disolfuro, Idrossido di sodio e altre sostanze altamente nocive e tossiche per la salute dell’uomo. In questa situazione, il sistema sanitario, oltre a quello di controllo e monitoraggio ambientali, sono all’anno zero. A Gela mancano medici e posti in ospedale, in particolar modo nel reparto di Oncologia. Il servizio è inadeguato rispetto alle esigenze del territorio. Il sospetto, o meglio la certezza è che il territorio gelese potrebbe continuare a pagare un prezzo troppo alto. Con questa consapevolezza occorre adoperarsi nell’immediato per l’obiettivo, minimo, ma non procrastinabile, dell’adeguamento della risposta sanitaria. Questo obiettivo dovrà coinvolgere la comunità gelese senza alcuno schieramento di parte” – conclude la deputata.