La deputata Ars aveva depositato una mozione che impegna il governo regionale a revocare tale bando in autotutela.
“Apprendiamo con soddisfazione della revoca della procedura di gara indetta dal CAS il Consorzio Autostrade Siciliane sul servizio di presidio fisso antincendio in alcune gallerie. Evidentemente le anomalie che io stessa avevo messo nero su bianco con una mozione che impegnava il governo a ritirare quel bando, erano le stesse che hanno portato un’azienda che aveva partecipato, a ricorrere al TAR. Un fatto che conferma i nostri sospetti secondo cui quel bando era probabilmente cucito su misura per una o due aziende. Sarebbe auspicabile quindi che l’assessore Falcone comunicasse ai siciliani che la revoca di questo bando, altro non è se non l’ennesimo fallimento del carrozzone politico chiamato CAS”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che ha depositato una mozione con cui si chiede alla Regione di revocare in autotutela la procedura di gara ‘Servizio di Presidio Antincendio, con impiego di personale qualificato, ex legge 609/96, e di mezzi idonei per lo spegnimento incendio’ nelle gallerie A/18 Messina-Catania e A/20 Messina-Palermo indetta dal Consorzio per le Autostrade Siciliane.
“Come ha più volte sottolineato il nostro vice ministro ai trasporti Giancarlo Cancelleri – spiega Campo – al CAS vanno revocate le concessioni. Un Ente che da quanto apprendiamo dalla stampa, consente mazzette per controlli e sopralluoghi di sicurezza mai effettuati non può e non deve gestire le nostre strade. Ricordiamo che i dirigenti sono di nomina diretta del governo Musumeci ma probabilmente anche in questo caso, il presidente si volterà dall’altra parte, consentendo al CAS di continuare ad operare nonostante le 800 non conformità tra sicurezza, assistenza e codice stradale. Nello specifico, questa procedura di gara, presentava diverse anomalie che, tenuto conto dell’elevatissimo importo posto a base d’asta e dei rigidissimi requisiti di partecipazione previsti nel bando, avrebbero leso il principio della libera concorrenza. Il rischio, neanche troppo velato, è che gli unici soggetti a poter partecipare alla gara potessero essere uno o due al massimo, che avrebbero anche potuto optare per una partecipazione congiunta in ATI. Il CAS non ne azzecca una e continua ad accumulare debiti milionari con buona pace degli automobilisti che viaggiano su strade vetuste e in molti casi prive di manutenzione e sicurezza. Se ogni volta che si deve affidare uno di questi servizi, c’è sempre il sospetto di un tornaconto particolare ed economico da parte di qualcuno, non usciremo mai da questa situazione” – conclude Campo.