Non è certo un fulmine a ciel sereno, Musumeci ha sapientemente creato, con la sistematica inerzia del suo governo, le condizioni perché da Roma non potesse che arrivare un rinvio alla spalmatura del disavanzo della Regione in 10 anni. Il presidente ha avuto ben 12 mesi per presentare un piano concreto e razionale di riforme e di riduzione della spesa, come aveva chiesto il governo centrale, e non lo ha fatto. Se ne assuma adesso le conseguenze senza lamentarsi attribuendo a Roma colpe e inadempienze che sono esclusivamente sue e della sua giunta”.
Lo affermano i deputati del M5S all’Ars, in relazione al rinvio del consiglio dei ministri della spalmatura del disavanzo monstre della Regione in dieci anni. “Il peso dei ritardi del Governo Musumeci – dicono i deputati 5 stelle – rischia di ricadere sugli incolpevoli lavoratori e sugli enti locali, già troppo spesso penalizzati da un governo a dir poco inconcludente e più attento al risiko delle poltrone che ai veri problemi dei siciliani”.
“Ora non c’è più tempo da perdere, Musumeci sottoponga a Roma e all’Ars un programma credibile di riforme e di delibere che riducano la spesa evitando inutili teatrini come quello vissuto oggi all’Ars – concludono i deputati – con il ritiro della norma che prevedeva l’istituzione del collegio dei revisori dei conti della Regione siciliana. Un impegno, questo, da onorare entro il 31 dicembre 2020, ma la norma è stato stralciata dal presidente dell’Ars, Miccichè”.