La parlamentare regionale: “I dati dell’Inps sul gap retributivo uomo-donna ripropongono l’urgenza di un tema a cui la politica non ha dedicato la giusta attenzione”
“Adesso anche l’Inps lo ha messo nero su bianco: gli uomini guadagnano il 28% in più delle donne. Retribuzioni e, dunque, pensioni evidenziano la permanenza di una discriminazione di genere che l’Istituto definisce ‘ancora rilevante’. Questi dati ripropongono l’urgenza di un intervento da parte della politica per cambiare lo stato delle cose e rappresentano per me l’occasione per sollecitare l’approvazione all’Ars del mio disegno di legge sull’eliminazione del divario retributivo di genere”.
A dirlo è Jose Marano, deputata regionale del Movimento Cinquestelle, facendo riferimento al testo di legge che ha già ricevuto l’ok della Commissione Affari Istituzionali e che deve ancora proseguire il suo iter in commissione Bilancio all’Ars prima di approdare in Aula.
“Fino ad oggi – aggiunge la deputata regionale – la politica si è dimostrata poco sensibile ad un tema che invece merita la massima attenzione. Le donne sono costrette a fare i conti con un mercato del lavoro poco inclusivo. Di fronte alle esigenze legate a vita familiare e cura dei figli, pagano il prezzo più alto, rinunciano spesso alla carriera e, per giunta, sono penalizzate nelle retribuzioni e di conseguenza anche nel trattamento pensionistico”.
“Il mio Ddl – prosegue Marano – istituisce lo Sportello donna per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e incentivare l’occupazione femminile, introduce meccanismi premiali per le aziende virtuose, promuove il raggiungimento della parità retributiva tra i sessi ma anche la valorizzazione delle competenze delle donne e la conciliazione tra vita familiare e vita professionale”.
“Abbiamo il dovere di eliminare le storture di un mercato del lavoro che danneggia le donne ed è per questo che chiedo che la commissione Bilancio all’Ars stabilisca una corsia preferenziale per il mio disegno di legge affinché giunga in tempi rapidi a Sala d’Ercole”, conclude.