Lo stato di calamità per le aree interessate dall’eruzione dell’Etna e la sospensione del pagamento delle tasse per le imprese agricole danneggiate.
Il Movimento 5 Stelle corre al capezzale dell’imprenditoria agricola catanese, in ginocchio a causa della cenere vulcanica che ha ricoperto, in vaste aree del litorale jonico, campagne e piantagioni, causando un grave danno all’agricoltura, ma anche alle serre, agli impianti fotovoltaici e agli edifici. Per farlo ha presentato una mozione, prima firmataria Angela Foti, che impegna il governo a dichiarare lo stato di calamità al fine di permettere il ripristino dei danni.
L’atto parlamentare impegna inoltre il governo regionale a richiedere a quello nazionale la dichiarazione contestuale dello stato di area crisi, ai sensi dell’articolo 19-bis del decreto del presidente della Repubblica del 29 settembre del 1973, numero 602, che prevede la “sospensione della riscossione per situazioni eccezionali”. Lo impegna, infine, “ad attivare in maniera tempestiva ogni iniziativa finalizzata alla quantificazione dei danni alle produzioni”.
Oltre che per le imprese, anche per i comuni la situazione è insostenibile. Infatti, oltre allo spazzamento oggi devono provvedere a smaltire le ceneri con costi esorbitanti.
“Questo problema – afferma Angela Foti – doveva essere già superato. Ad aprile l’Aula aveva votato un ordine del giorno all’unanimità per chiedere al governo di attivarsi presso il ministero dell’Ambiente su questa drammatica situazione. La zona etnea si ritrova, dunque, dopo sei mesi, in ginocchio e senza alcuna certezza”.
Ufficio Stampa gruppo parlamentare M5S