Il nostro portavoce all’ARS Stefano Zito, dopo un incontro con l’Ing. Calogero Foti, dirigente del Dipartimento regionale della Protezione civile, ha avuto notizia che “l’opera potrebbe rientrare tra quelle finanziabili in base all’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di Protezione Civile (Opcm n. 4007 del 29 febbraio 2012). Quindi in tempi “relativamente brevi”, Febbraio o Marzo, si dovrebbe procedere alla stesura del decreto e quindi all’espletamento della gara. Il viadotto Targia si trova in una zona altamente sismica e quindi dovrebbe godere di una via preferenziale in quanto unica via di fuga a Nord. Con l’Assessore Lo Giudice stiamo seguendo la vicenda e ci hanno assicurato che i fondi si troveranno attraverso il PAC”
“Opcm n. 4007 del 29 febbraio 2012: … Il Dipartimento della Protezione civile ripartisce i contributi tra le Regioni sulla base dell’indice medio di rischio sismico elaborato secondo i criteri riportati nell’allegato 2. … I Comuni trasmettono alle Regioni una proposta di priorità degli edifici su cui eseguire gli interventi entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto di ripartizione delle risorse del Capo Dipartimento della Protezione Civile. Le Regioni trasmettono al Dipartimento della Protezione Civile i programmi per la realizzazione degli interventi entro 30 giorni dalla loro approvazione. Sono considerati elementi di priorità la vicinanza degli edifici ad una via di fuga prevista dal piano di emergenza provinciale o comunale per il rischio sismico o vulcanico, oppure il fatto di consentire la fruibilità della via di fuga (art. 3-4)”
( testo integrale del provvedimento )
Fate qualcosa per il viadotto Targia, e presto!!!
Ad un anno dall’inizio delle restrizioni alla circolazione sul viadotto Targia (uscita nord di Siracusa), ancora nulla si muove e tutto appare imbalsamato nell’attesa che “quasi miracolosamente” qualcuno dia il via ai lavori.
Ma chi deve effettivamente impegnarsi nel reperire i fondi, istruire la gara d’appalto e, finalmente, dare lo start ai lavori? Di chi è la competenza?
L’opera si dovrebbe inserire nel quadro di interventi regionali volti alla realizzazione di importanti vie di fuga in tutte le province del territorio siciliano. Si ricorda che attualmente il viadotto Targia rappresenta l’unica via di fuga a nord della città di Siracusa, che viene individuato come “principale” percorso di evacuazione della città dal piano di Emergenza del Comune di Siracusa, redatto nel 2009. Inoltre, il viadotto della Targia rappresenta anche una via di fuga in caso di incidente nella zona industriale, che dovrebbe sopportare il passaggio di centinaia e centinaia di mezzi. Ma, nelle condizioni attuali, il viadotto sarebbe in grado di assicurare la sua funzione nei casi di emergenza? Ovviamente no, visto che quotidianamente si creano lunghe code negli orari del rientro dal lavoro o nei fine settimana dopo un po’ di shopping.
Come ha spiegato l’Assessore Lo Giudice, la titolarità dei lavori spetterebbe al Dipartimento regionale di Protezione Civile, che “dovrebbe avere il compito di avviare la procedura di aggiudicazione della gara e seguire la direzione dei lavori, essendo il viadotto Targia un asse viario strategico della zona nord di Siracusa, ad alto rischio sismico ed in prossimità della zona industriale di Priolo”.
Lo scorso Aprile, precisamente in data 04/04/2013, il Comune di Siracusa ha dato incarico al Prof. Ing. Antonio Badalà, della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Catania, per una consulenza tecnica in relazione allo stato di degrado ed alla vulnerabilità sismica del viadotto.
Nella relazione tecnica, consegnata al Comune dopo circa 2 settimane, l’Ingegnere Badalà sottolinea che “il rinforzo di tutto l’impalcato risulterebbe troppo oneroso e di scarso effetto ai fini del risultato finale … per cui è più opportuno sostituire le attuali travate con altre di struttura mista calcestruzzo e acciaio”.
Tempo: sei mesi per la pubblicazione del bando e la predisposizione dell’iter, e sei mesi circa per l’esecuzione dei lavori.
Costo: circa 5 milioni e 370 mila euro.
A quasi un anno dalla consulenza tecnica del Prof. Badalà, costata alle casse del Comune di Siracusa 36.088,96 euro, dovremmo trovarci in fase di lavori in corso e pure a buon punto. Ma sappiamo tutti che non è così!!!
Noi ci rivolgiamo a tutte le realtà istituzionali che hanno un ruolo in questa vicenda, dal Sindaco di Siracusa, ai responsabili della Protezione Civile locale, passando per la Provincia, fino al governo regionale ed al Presidente Crocetta, soprattutto in questi giorni in cui viene discusso e approvato il bilancio e la finanziaria all’Assemblea Regionale Siciliana. Attraverso i nostri portavoce, sia all’Assemblea Regionale Siciliana che al Parlamento Nazionale, faremo arrivare le nostre istanze affinché ci si renda conto delle gravità della situazione attuale. Viviamo in una zona ad alto rischio sismico, conviviamo da decenni con un polo petrolchimico tra i più grandi del Mediterraneo, e l’unica via di fuga a nord della città di Siracusa si trova, ormai da troppo tempo, in uno stato di degrado e incuria non più tollerabile.
Regione, Provincia, Comune e Protezione Civile attuino subito tutto quello che, per il loro ruolo, per la legge e per i cittadini che li hanno eletti, sono tenuti a mettere in atto, prima che accada la solita tragedia e si scrivano i soliti articoli con il “si doveva fare”, “si poteva fare”, “doveva partire”, “stavamo aspettando”, etcetc…