4 Febbraio 2014, depositata mozione a prima firma Catalfo (M5S) che impegna il Governo a monitorare le aree circostanti i siti contaminati e a disporre misure a protezione della popolazione residente.
CATALFO, SANTANGELO, NUGNES, MARTELLI, MORONESE, GIARRUSSO, BERTOROTTA, TAVERNA, CASTALDI, GIROTTOIl Senato,
premesso che:
le miniere appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato (art. 826 del codice civile) e sono coltivate in regime di concessione mineraria (regio decreto n. 1443 del 1927);
esse rientrano nel patrimonio indisponibile dello Stato e ne deriva che il giacimento minerario e le sue pertinenze (e tra queste, in primo luogo, per quanto qui rileva, le gallerie) consentono un utilizzo separato di tali oggetti rispetto al regime fondiario del suolo;
un rapporto pubblicato nel 1977 dalla Comunità europea annovera diverse località siciliane nell’elenco dei 134 siti italiani idonei ad ospitare un deposito geologico per i rifiuti radioattivi. In tale lista sono citate molte miniere tra Enna e Caltanissetta, tra cui Regalbuto, Agira, Assoro e Villapriolo, oltre a Salinella e Pasquasia;
molti di queste miniere sono state cedute dalle società che le sfruttavano a società pubbliche, le quali ne hanno poi disposto la chiusura;
sin dalla fine degli anni ’80, l’utilizzo di gallerie di miniere dismesse o abbandonate per lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi è una prassi consolidata delle organizzazioni criminali siciliane, che lucrano sui costi di smaltimento effettuandolo in modo illegale con gravissime ricadute negative sulla salute umana ed ambientale connesse alla contaminazione dei comparti ambientali incluse le acque di falda;
considerato che:
un siffatto uso di tali siti è stato confermato dal collaboratore di giustizia Leonardo Messina durante i suoi colloqui con Paolo Borsellino nell’estate del 1992, precisando che le attività illegali sui siti proseguivano sin dal 1984 e cioè da quando l’Enea aveva avviato uno studio geologico, geochimico e microbiologico sulla formazione argillosa delle miniere e sulla loro idoneità ad ospitare scorie nucleari; su tali circostanze il testimone è stato ritenuto attendibile dall’allora procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna;
il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone nel 1997 ha inoltre testimoniato sul fatto che nelle gallerie abbandonate venivano scaricate polveri di metallo, amianto, scorie liquide, rifiuti ospedalieri speciali e radioattivi;
i rilevamenti effettuati dall’ARPA nelle province di Enna, Caltanissetta e Agrigento hanno dimostrato la presenza di un tasso di radioattività di molto superiore alla norma e sicuramente strano per una zona poco industrializzata come la Sicilia centrale. L’indice rivelatore è costituito dall’alta mortalità degli abitanti a causa di gravi malattie degenerative, a volte concentrate solo in pochi paesi vicini ai siti segnalati. Nel nisseno negli ultimi anni si è registrato un forte aumento dei casi di sclerosi multipla, leucemia e altre patologie tumorali con una differenza di circa il 20 per cento rispetto alla media nazionale;
i dati raccolti dall’ex assessore provinciale Salvatore Alaimo rivelano che negli 11 comuni vicini alle miniere di Bosco Palo e Pasquasia il 43 per cento dei decessi è attribuibile a patologie neoplastiche;
in Sicilia le cave diventate successivamente depositi illegali di smaltimento di scorie sarebbero almeno 4, tra cui Ciavalotta, antistante alla valle dei Templi di Agrigento, la cava di Mussomeli, di Bosco Palo vicino a San Cataldo (Caltanissetta) e non da ultimo la miniera di Pasquasia a Enna;
la Procura di Enna ha avviato nel 2010 un’indagine sullo stato di abbandono della miniera di Pasquasia e i consulenti della procura, che hanno effettuato dei sopralluoghi, hanno riscontrato la presenza di un milione di metri cubi di rifiuti speciali pericolosi che potrebbero aver contaminato le falde acquifere e il vicino fiume Morello;
la procura di Caltanissetta ha aperto nel 2012 un’indagine per traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale circa le miniere presenti nel territorio della provincia stessa,
impegna il Governo:
1) a condurre, di concerto con la Regione Siciliana, un piano di monitoraggio sulla natura ed il grado di contaminazione delle aree in argomento e della definizione del grado di rischio sanitario ed ambientale conseguente;
2) a disporre le adeguate misure di tutela della salute per le popolazioni limitrofe e per la rimozione dei fattori di rischio;
3) ad adottare ogni provvedimento ritenuto necessario al fine di identificare e perseguire i responsabili dell’inquinamento ambientale.
1 commento
NON MI MERAVIGLIEREI CHE NEI SITI MINERARI DI SALGEMMA IN LOCALITA’ “BOSCO” NEL NISSENO, NON ABBIANO DEPOSITATO MAGRI SCORIE RADIOATTIVE !