Riportiamo per intero l’intervista al nostro portavoce all’ARS Sergio Tancredi sulla riforma delle province pubblicata su LinkSicilia:
SI PROFILA IL VOTO FAVOREVOLE DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLA ‘RIFORMA’ VOLUTA DAL GOVERNO CROCETTA. “ANCHE SE ALTRE – DICE IL PARLAMENTARE GRILLINO – SONO LE PRIORITA’ DELLA SICILIA”. IL ‘MISTERO’ DEI 2,1 MILIARDI DEL PSR SICILIA 2007-2013 E IL ‘MAGMA MAGNA’ CHE COINVOLGEREBBE POLITICI E DIPENDENTI DELLA REGIONE. “CHIEDEREMO UN REPORT ALL’ASSESSORE CARTABELLOTTA SU COME SONO STATI SPESI QUESTI SOLDI”. L’AGRICOLTURA E LA MONETA COMPLEMENTARE
Non si placano le polemiche sulla riforma delle province che dovrebbe essere varata entro giovedì per evitare il ritorno alle elezioni di consigli provinciali e presidenti. La posizione del Governo regionale, alle prese con centinaia di emendamenti, è oramai chiara: superare la scadenza con il province siciliane tervaro di un testo, anche monco, pur di evitare la figuraccia del ritorno alle urne. Lo stesso assessore regionale alle autonomie locali, Patrizia Valenti, sprigiona ottimismo sul possibile traguardo.
“E’ una legge complessa sulla quale non si è trovato subito l’accordo ma ora abbiamo chiuso il cerchio. Il processo di riforma non si esaurisce con questa legge perché fra sei mesi procederemo con l’attribuzione delle funzioni ai Consorzi. Ma l’importante è partire”. Una posizione politica chiara ed inequivocabile, quella dell’assessore Valenti. Poco importa se i territori ripiomberanno nel caos dato che il testo non dovrebbe contenere la disciplina delle competenze per far funzionare i Liberi Consorzi dei Comuni che potrebbero subire un ulteriore slittamento di almeno sei mesi.
Un’altra occasione perduta? Può darsi. Di certo siamo di fronte all’ennesimo pastrocchio che si appresterebbe a partorire l’Assemblea regionale siciliana. Sul tema della riforma delle Province e sui metodi utilizzati dall’esecutivo del presidente Rosario Crocetta, restano critici i parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars, come riferisce al nostro giornale Sergio Tancredi.
“Anche se non ci convince l’azione del Governo – dichiara Tancredi, parlamentare di Sala d’Ercole grillino eletto nel Trapanese – responsabilmente voteremo a favore del testo di legge sulla riforma delle Province se non verrà stravolta ulteriormente in fase di discussione in Aula e fermo restando che la riscrittura è diversa da quella sulla quale avevamo chiesto il parere alla base degli attivisti”.
Oltre al contenuto, a non convincere i grillini anche il metodo utilizzato dall’esecutivo regionale per trovare una condivisione ai fini dell’approvazione del disegno di legge.
“Sostanzialmente, questo modo di cambiare le carte in tavola all’ultimo momento – chiarisce Tancredi – non lo condividiamo perché ci impedisce di far partecipare in maniera pienamente consapevole la base degli attivisti che il Movimento interpella regolarmente sulle questioni di carattere generale. Questa è la linea che in questo momento stiamo valutando come gruppo parlamentare, fermo restando che abbiamo in corso una discussione su tutti gli aspetti che concernono il testo di legge”.
Le critiche al Governo da parte dei grillini si estendono anche all’incapacità del presidente Rosario Crocetta e della sua maggioranza a trazione PD di indicare le priorità per superare l’emergenza sociale e economica in Sicilia.
“Il problema è a monte – riferisce l’esponente grillino – se non fosse stata ‘bocciata’ la proroga dei commissariamenti, oggi avremmo altre priorità, ed è normale che per evitare la decadenza della legge che ha prorogato di ulteriori quarantacinque giorni la gestione commissariale delle Province, oggi si debba discutere di questo”.
Una stoccata all’esecutivo del presidente Crocetta non la risparmia il parlamentare che critica la lontananza del Governo dai veri problemi della Sicilia, inghiottita dalla crisi e dalla disoccupazione.
Con Tancredi parliamo anche dell’agricoltura. “Il M5S considera prioritario e strategico il settore agricolo e dell’agroindustria per la rinascita della Sicilia – afferma il deputato trapanese – ed un impulso importante può arrivare dal corretto utilizzo dei fondi comunitari e del Piano sviluppo rurale (Psr)”.
Sul tema dell’utilizzo delle risorse, pari a 2,1 miliardi di euro, del Psr relative alla programmazione 2007/2013, circolano voci fondi europeiinsistenti in merito al possibile utilizzo di una parte cospicua di tali fondi comunitari in favore di mogli e parenti di politici e dipendenti regionali. Una sorta di “magna magna” che avrebbe penalizzato i veri agricoltori, che avrebbero visto solo le briciole dei finanziamenti. Se fosse così, saremmo davanti a uno scandalo dalle dimensioni gigantesche: al confronto, la “manciugghia” della Formazione professionale sarebbe una bazzecola.
Ad alimentare i dubbi sul ‘magna magna’ dei 2,1 miliardi del Psr 2007-2013 è la totale assenza di dati. Il Governo Crocetta non ha mai sentito il bisogno di illustrare con un report come la Regione ha speso questi soldi.
La cosa ancora più strana è che nella passata legislatura e in questa legislatura non c’è stato un solo parlamentare che ha presentato un atto ispettivo per fare chiarezza sul ‘mistero’ di questi 2,1 miliardi di euro. Maggioranza e opposizione coinvolti in questo ‘magna magna’ nella vecchia e nell’attuale legislatura?
“Come Movimento 5 Stelle – sottolinea Tancredi – chiederemo nei prossimi giorni all’assessore regionale alla Risorse agricole e Alimentari, Dario Cartabellotta, un report sull’utilizzo dei due miliardi e 100 milioni di euro delle risorse del Psr. Se dovessero esserci incongruenze sull’utilizzo diverso e non trasparente ne chiederemo conto con atti consequenziali”.
Tancredi racconta come nella vecchia Programmazione comunitaria 2007/2013 del Psr il Governo precedente fosse riuscito ad impegnare il settanta per cento delle risorse stanziate per la Sicilia. Risultato positivo che ha portato, in sede di ripartizione tra le Regioni, ad assegnare alla nostra Regione una maggiorazione del 27 per cento delle risorse. Il problema, infatti, è di altra natura e si sintetizza in una domanda: nelle tasche di chi sono finiti questi soldi?
“ Nel 2014, in fase transitoria, in progetti non ancora finanziati, ma che avrebbero superato la valutazione positivamente – aggiunge Tancredi – verranno finanziati con lo scorrimenti delle graduatorie preesistenti, e su questo faremo particolare attenzione per scongiurare passaggi a vuoto nelle assegnazioni. Successivamente, si passerà ai nuovi bandi pubblici per l’assegnazione delle risorse della Programmazione comunitaria relativa al periodo 2014/2020”.
L’esponente grillino si sofferma, poi, sull’importanza della moneta complementare nel settore agricolo come leva di sviluppo e crescita del settore e, nel complesso, della società siciliana. Sulla finanza complementare il M5S porta avanti da tempo la battaglia di trincea per valorizzare gli strumenti offerti dall’ingegneria finanziaria.
“Il rilancio dell’agricoltura si sposa perfettamente con l’idea di finanza complementare del Movimento – sottolinea Tancredi – in quanto permetterebbe la diretta fruizione da parte dei produttori agricoli di un parco clienti che ha una maggiore disponibilità economica, naturalmente in un sistema agricolo votato al consumo interno. La mia idea è quella di raggiungere una sorta di autosufficienza alimentare che permetterebbe alla Regione siciliana di guardare con maggiore ottimismo al futuro”.
“Secondo noi – ci dice Tancredi – se si alimenta un circolo virtuoso produzione siciliana/consumo interno/ produzione siciliana, con l’incremento dello strumento conosciuto col nome di chilometro zero, si auto-genera un interscambio di risorse che crea un maggior volano a beneficio del settore agricolo”.
“Noi proponiamo per le politiche di sviluppo nel settore – conclude il parlamentare grillino – una moneta che non guardi al suo valore intrinseco e nominale, ma al valore che può attribuirsi nel riconoscimento dato dagli operatori economici e dai consumatori, una collettività che si arricchisce proprio attraverso altri strumenti come la moneta di compensazione utilizzata nelle quotidiane relazioni economiche”.
1 commento
Sono un precario della provincia di catania, vorrei sapere
perche non si applicano gli strumenti previsti dalla
legge regionale del 06/03/86 n 9.
Sono preoccupato, come tutti i dipendenti dell’ente, per il mio posto
di lavoro e per la mia professionalità acquisita in 18 anni di attività.