Proviamo a fare un viaggio nel tempo, chiudiamo gli occhi e divaghiamo con la mente. Siamo a Palermo all’alba del 27 maggio 1860 ed il fiume Oreto attraversa il ponte dell’Ammiraglio costruito secoli prima intorno al 1100 sotto la dinastia di re Ruggero. La città aspetta di essere liberata dalle truppe Borboniche.
Soldati in uniforme muniti di armi e cannoni e guidati dal generale Giuseppe Garibaldi cominciano una scontro a fuoco, con sorti alterne per i due contendenti. La battaglia si protrae per tre giorni fino a quando il 30 maggio l’eroe dei due mondi, montato sulla sua cavalla bianca, guida picciotti e garibaldini alla riscossa finale. La città è libera nonostante la superiorità schiacciante dei Borboni ed il ponte diventa simbolo della liberazione.
Camminiamo in direzione della stazione centrale e mentre passeggiamo il tempo ci riporta al 1800 circa. Ci troviamo davanti al cippo delle anime dei decollati. Tendiamo l’orecchio e percepiamo i continui e sommessi lamenti dei “corpi decollati”, anime alla ricerca della pace eterna che, secondo la credenza popolare, dispenserebbero le grazie richieste in cambio di una sentita preghiera. Un boia si appresta a “decollare” una povera anima rea di essere un assassino, piuttosto che un politico traditore o anche una vittima innocente.
Lo spettacolo è cruento e crudele e quest’anima non riuscendo a trovare pace, condannata da una giustizia sommaria e iniqua, vaga nel carnaio costruito all’interno della chiesa limitrofa. Per ogni giustiziato si incide un nome in una stele e tra loro leggiamo le famose “13 vittime” della omonima piazza.
Potremmo proseguire il nostro viaggio spostandoci temporalmente al 1071 quando Roberto Guiscardo ordina di restaurare un antico castello che diverrà una chiesa con annesso un lazzaretto da cui il nome di San Giovanni dei Lebbrosi. Immaginiamo che nel corso di un’epidemia il lebbrosario si riempe di ammalati. Essi sanno bene che, con alta probabilità, moriranno nel giro di pochi giorni. È un continuo lamento, un continuo ardere di abiti e giacigli che rende il luogo cimiteriale e l’aria irrespirabile.
Il nostro cammino potrebbe proseguire lungo tutta la II circoscrizione ma tornando ai nostri giorni sarebbe davvero affascinante riscoprire questi antichi luoghi dove i nostri avi hanno costruito la storia. Si potrebbe per esempio parlare della famiglia Florio che rese Palermo una tra le città più belle al mondo e che hanno lasciato all’isola tutta, un patrimonio di arte e cultura; si potrebbe parlare della riqualificazione dei i sette chilometri di costa, oppure degli antichi odori sapori tramandati tra i tanti piccoli commercianti che vivono il territorio.
Noi intendiamo lanciare un messaggio e dire che ci sono tutti i presupposti per la promozione di un sistema di turismo locale.
Per questo abbiamo organizzato un incontro il 28 marzo a partire dalle ore 17.30 presso l’hotel Villa D’Amato invitando le associazioni di categoria, i tour operator, gli assessori dell’amministrazione comunale; l’occasione sarà motivo di spunto per presentare il video “Un giro in SECONDA” con il successivo dibattito su quali sono le potenzialità di questo territorio.