“Un castello di carte costruito sul nulla”. Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle smentisce le notizie pubblicate dalla stampa, secondo cui la Corte dei conti indagherebbe sulla campagna elettorale di Giancarlo Cancelleri e sulle attività del gruppo parlamentare all’Ars.
Falso, la magistratura contabile ha solo chiesto chiarimenti a tutti, tutti, i partiti dell’Ars, anche se i riflettori della stampa hanno illuminato a giorno soprattutto in casa del Movimento, dove, peraltro, ci sono spese più che lecite e perfettamente tracciabili, suffragate da montagne di pezze d’appoggio che saranno ulteriormente messe a disposizione della magistratura contabile.
“Stupisce, anzi non stupisce affatto – afferma il capogruppo Francesco Cappello – che in alcuni articoli e lanci di agenzia si cerchi la pagliuzza, inesistente, in casa Cinquestelle e si sorvoli sulle probabili travi in casa degli altri. La voglia di pizzicare il Movimento con le mani nella marmellata è, evidentemente, tantissima, anche se, purtroppo per molti, è destinata a rimanere totalmente insoddisfatta. La campagna elettorale è cominciata”.
I deputati, danno una risposta alle principali richieste della Corte dei conti, degne per la stampa, del rango di notizia a nove colonne.
La permanenza nel conto Cinquestelle di somme “estranee all’attività del gruppo” la spiega Cancelleri: “Durante la campagna elettorale delle regionali 2012 in Sicilia i cittadini hanno donato circa 23 mila euro, noi ne abbiamo spesi solo 14 mila, quelli rimasti sono stati versati dal mandatario elettorale (da nominare per legge) sul conto del gruppo parlamentare. Una volta partita la campagna elettorale per le nazionali e nominato il nuovo mandatario elettorale, i soldi sono stati versati sul suo conto. Quindi soldi non pubblici, ma donazioni dei cittadini, che sono solo transitati. Chi dice che siamo indagati dice solo il falso”.
Alcuni organi di informazione fanno riferimento ad una fantomatica campagna elettorale di Luigi Rosario Cammarata, che non è stato nemmeno candidato e che era solo il mandatario elettorale.
False anche le somme attribuite dalla stampa ad un viaggio al Parlamento europeo, effettuato da alcuni deputati e parte dello staff parlamentare.
“Il viaggio – dicono i deputati – non è costato 6900 come riportato dalla stampa. Fatture alla mano, solo il pernotto è stato sostenuto con i soldi del gruppo, 11 persone per 4 giorni, ed è costato 1700 euro. Tutto il resto lo abbiamo pagato di tasca nostra”.
La trasferta in terra belga, inoltre, è stata propedeutica all’approfondimento di tematiche utilissime per portare avanti l’attività del gruppo.
“Abbiamo partecipato – dice Valentina Palmeri – come delegazione parlamentare del M5S alla ‘settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW)’. A Bruxelles abbiamo incontrato Pedro Ballesteros, ideatore del ‘patto dei Sindaci’, per approfondire il tema, e i tecnici del Parlamento per approfondire i temi della programmazione europea 2014-2020. Abbiamo acquisito informazioni sul funzionamento del Parlamento, delle Commissioni e sui fondi europei, abbiamo partecipato al Forum permanente della società civile europea (forum-civil-society.org). A Laeken abbiamo partecipato attivamente, assieme al Cetri Tires, ai lavori del Forum, proponendo temi e modifiche per la sezione relativa alla politica energetica. In particolare un nostro emendamento comune è stato approvato dall’assemblea, apportando una modifica dell’articolo 6 della dichiarazione di Laeken”.
Contestato dal Movimento anche il ritornello sulle molte assunzioni fatte dal gruppo, al quale si tenta di appiccicare a tutti i costi la palma di primatista in questo settore.
“Certo, noi abbiamo fatto qualche assunzione in più, ma era anche fisiologico, dal momento che abbiamo pochissimi dipendenti stabilizzati. Se si sommano interni ed esterni, ad esempio, il Pd ha più dipendenti di noi, cosa che, ci sembra, nessuna testata si sia mai affrettata a mettere in evidenza. E ancora, il rapporto deputati-dipendenti del nostro gruppo è il più basso di tutta l’assemblea, ma anche di questo nessuno si è mai accorto. Farci passare a tutti i costi per scialacquoni, oltre che operazione di bassa lega, è anche ardua, dal momento che siamo gli unici a restituire gran parte dello stipendio, cosa che nessun altro deputato di nessun altro partito si è mai sognato di fare”.