A quasi un anno dall’insediamento della Giunta Garozzo, di fronte ai ripetuti annunci del nuovo bando di gara sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, vogliamo far luce su una storia poco attenzionata dai mezzi di informazione locali, e chiedere se non sia il caso che Confindustria Sicilia, nella persona del Presidente Ivan Lo Bello, prenda dei provvedimenti nei confronti della ditta IGM s.r.l., i cui proprietari, secondo quando ipotizzato dalla DDA di Catania, avrebbero pagato il pizzo alle famiglie mafiose di Catania fin dagli anni ’90.
Ci chiediamo se a Siracusa ci sia veramente voglia di cambiamento, o vogliamo seguire l’esempio gattopardesco della politica nazionale renziana?
Meetup Siracusa, Grilli Aretusei
portavoce 5 stelle Stefano Zito
La notizia era da prima pagina, almeno di quelle dei giornali o tv locali, ed invece pochissime e scarne le notizie pubblicate … chissà perché. La notizia è che lo scorso Novembre il Gip del tribunale di Catania Giuliana Sammartino, su richiesta della Dda di Catania, ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 24 persone, decapitando il vertice di un gruppo criminale detto “Gruppo della Stazione”, facente capo alla famiglia Zucchero, vicino al clan Santapaola. Sono loro che curano il settore delle estorsioni, l’affare storico piu’ remunerativo in una parte della citta’ per vent’anni sotto il loro dominio. Le estorsioni, secondo gli inquirenti, erano estese a tappeto tra chiunque facesse affari nella zona di influenza degli Zucchero.
Molti di voi diranno, ma che c’entra un’operazione antimafia a Catania con Siracusa?
C’entra, perché tra le vittime della presunta estorsione ci sarebbe la IGM Ambiente s.r.l. dell’imprenditore Giulio Quercioli Dessena, che per vent’anni avrebbe versato il pizzo nelle casse del Gruppo della Stazione, con pagamenti mensili di 10 milioni di Lire, divenuti poi 5.500,00 Euro. L’IGM è la stessa ditta che svolge il servizio di igiene urbana a Siracusa praticamente da sempre, cioè da circa 50 anni.
Da alcuni articoli di giornali locali on line, abbiamo appreso che tra gli arrestati, con provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari, figura il nome di Cavarra Bruno, ex autista dei manager della IGM Ambiente s.r.l., in particolare di uno degli amministratori, Giulio Quercioli Dessena. Il Cavarra Bruno, sempre da quanto riportato dai giornali, non è solo un ex dipendente IGM, è anche il cognato di Luigi Foti, detto “Gino”, cioè uno dei massimi esponenti della Democrazia Cristiana e ora molto vicino al PD siracusano. Bruno Cavarra è sposato con la sorella del politico siracusano, e in questi anni avrebbe svolto l’attività di “fattorino” per il clan catanese riscuotendo il pizzo direttamente dai proprietari dell’azienda ed in particolare dal Dott. Quercioli Giulio.
Chiariamo subito che, in questa brutta storia, la famiglia Quercioli Dessena e la IGM sono vittime del presunto reato di estorsione, mentre il Sig. Bruno Cavarra, inizialmente visto solo come mero esattore del pizzo per la cosca catanese, è finito agli arresti domiciliari perché pare facesse la cresta alle somme che i vertici IGM gli affidavano per essere consegnate ai boss catanesi.
Questi riportati sono solo alcuni fatti relativi all’inchiesta giudiziaria in corso.
La IGM Ambiente s.r.l. gestisce da diversi decenni, praticamente da sempre, il servizio di igiene urbana a Siracusa, uno dei servizi più delicati, importanti e controversi della città.
L’ultimo contratto con il Comune di Siracusa per il servizio di raccolta dei rifiuti urbani risale al 2003, con scadenza nel 2008, e la previsione di un anno di proroga. Attualmente, il servizio è ancora in regime di prorogatio, in attesa della definizione di una gara d’appalto. Appare evidente come, in questa situazione, a rimetterci siano senz’altro i cittadini siracusani, i quali sono costretti a vivere in una città sporca, a pagare la TARES più alta d’Italia, e ad occupare l’ultimo posto in graduatoria per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata che si è attestata al 5,64% nel 2012.
La nuova amministrazione ha dato qualche timido segnale di cambiamento, ma a quasi un anno dal suo insediamento, la bozza di bando di gara per la gestione del servizio di igiene urbana è stata inviata solo qualche giorno fa all’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica utilità, per l’approvazione definitiva. Solo dopo si potrà procedere alla indizione della regolare gara d’appalto.
La famiglia Quercioli, proprietaria e amministratrice della IGM, è tra le più affermate nel mondo dell’imprenditoria siciliana e da diversi decenni ha rapporti con la Pubblica Amministrazione. Il Dott. Giulio Quercioli Dessena è, dal 2008, Presidente di FISE (Federazione Imprese di Servizi) che rappresenta, nell’ambito di Confindustria, il settore dei servizi privati alla collettività e alle imprese. Caterina Quercioli è stata Presidente, dal 2009 al 2013, dell’Assemblea di Confindustria Siracusa, per le aziende che si occupano di ecologia, ambiente, bonifiche e smaltimento dei rifiuti. Oggi occupa il ruolo di componente nel comitato esecutivo della stessa Associazione.
Tutto ciò stona un po’ con quello che abbiamo più volte letto ed ascoltato a proposito delle regole di comportamento che gli Associati a Confindustria dovrebbero avere. Dal codice etico di comportamento (http://www.confindustriasicilia.it/associazione.asp?id=182) leggiamo testualmente che “ogni singolo comportamento non eticamente corretto non solo provoca negative conseguenze in ambito associativo, ma danneggia l’immagine dell’intera categoria e del Sistema, presso la pubblica opinione, presso il legislatore e la Pubblica amministrazione”, ed inoltre che “la eticità dei comportamenti non è valutabile solo nei termini di stretta osservanza delle norme di legge e dello statuto. Essa si fonda sulla convinta adesione a porsi, nelle diverse situazioni, ai più elevati standard di comportamento”. Gli Associati dovrebbero impegnarsi, tra l’altro, anche a “rispettare le direttive che l’Associazione deve fornire nelle diverse materie …” ed eventualmente a “rimettere il proprio mandato qualora per motivi personali, professionali o oggettivi la loro permanenza possa essere dannosa all’immagine dell’imprenditoria e dell’Associazione”.
Inoltre, è da ricordare che, nel 2007 il direttivo regionale degli industriali siciliani si è riunito a Caltanissetta, stabilendo che gli imprenditori che non si fossero ribellati al racket delle estorsioni, che avessero pagato il pizzo o in qualunque altra forma “collaborato” con la mafia, sarebbero stati sanzionati fino ad arrivare all’espulsione da Confindustria.
INTEGRAZIONE CODICE ETICO DI CONFINDUSTRIA
“Le aziende associate e i loro rappresentanti riconoscono fra i valori fondamentali della Confindustria Sicilia il rifiuto di ogni rapporto con organizzazioni criminali, mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alle norme di legge e alle norme etiche per sviluppare forme di controllo e vessazione delle imprese e dei loro collaboratori e alterare la libera concorrenza.
Gli imprenditori associati adottano quale modello comportamentale la non sottomissione a qualunque forma di estorsione, usura o ad altre tipologie di reato poste in essere da organizzazioni criminali e/o mafiose.
Gli imprenditori associati sono fortemente impegnati a chiedere la collaborazione delle forze dell’ordine e delle istituzioni preposte, denunciando direttamente o con l’assistenza del sistema associativo, ogni episodio di attività direttamente o indirettamente illegale di cui sono soggetti passivi.
La verifica dell’uniformità a tali comportamenti che integrano il codice etico è demandata ai Collegi dei Probiviri – costituiti da Confindustria e da tutte le Associazioni aderenti – che determineranno l’applicazione delle sanzioni statutariamente previste”.
In questi anni l’ottimo e rivoluzionario Codice Etico è stato più volte applicato, portando alla sospensione e spesso all’espulsione decine di imprenditori e piccole aziende che hanno avuto rapporti con gruppi criminali mafiosi e che non hanno denunciato l’estorsione subita alle autorità competenti.
Chiediamo dunque al Presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, se non sia il caso di esprimersi in merito e prendere provvedimenti nei confronti della ditta IGM Ambiente s.r.l. e dei suoi proprietari. Infatti, solo a seguito di una inchiesta giudiziaria e grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, si è appreso che, ed in che maniera, la famiglia Quercioli pagasse il pizzo al clan catanese degli Zucchero forse fin dal 1990. E mentre Confindustria Sicilia votava e approvava nel Novembre del 2007 l’integrazione al codice etico per gli Associati, nel 2008 il Dott. Quercioli Giulio veniva eletto Presidente di FISE, carica che ricopre tutt’ora, mentre la sorella, Caterina Quercioli, veniva eletta per due bienni consecutivi, dal 2009 al 2013, Presidente Confindustria Siracusa, Settore Ambiente ed Ecologia.
Ci auguriamo, che, dopo aver verificato le notizie apprese dalle pochissime fonti di informazione, i “vertici” non siano solo capaci di fare la voce grossa con i “piccoli”, e apparire deboli con i “giganti”.
In merito a questi delicati argomenti abbiamo informato i nostri portavoce istituzionali all’Assemblea Regionale Siciliana e al Parlamento Nazionale. Abbiamo inviato loro delle interrogazioni parlamentari, ad integrazione e supporto a quelle presentate da altri schieramenti politici, sia per attenzionare una vicenda che riguarda il ciclo dei rifiuti, attività da sempre cara alla criminalità organizzata in tutta Italia, sia per chiedere spiegazioni sul fatto che un boss agli arresti, quale Giuseppe Zucchero, possa dare tranquillamente indicazioni e guidare l’attività criminale della sua famiglia mafiosa.