I Cinquestelle stanno già predisponendo le richieste per il monitoraggio a tappeto nell’isola.
Per i portavoce alla Camera e all’Ars del Movimento il rilascio d’acqua è stato deciso senza concertazione: “Non capiamo secondo quale criterio si sia arrivati a tale decisione, senza aver prima coinvolto tutte le autorità competenti e analizzato tutte le possibilità che potrebbero evitare danni sia alla salute dei cittadini sia all’ambiente”
I portavoce alla Camera e all’Ars del Movimento cinque stelle esprimono soddisfazione per lo stop diramato dal Prefetto di Enna alle operazioni di rilascio di acque dalla diga di Pozzillo. Da lunedì, infatti, appresa la notizia e coscienti della pericolosità delle alghe tossiche e cancerogene contenute nell’invaso, i Cinquestelle non hanno dato tregua agli organi preposti. “Non capiamo secondo quale criterio si sia arrivati alla decisione di rilascio senza aver prima coinvolto tutte le autorità competenti e analizzato tutte le possibilità che potrebbero evitare danni sia alla salute dei cittadini sia all’ambiente”. Così recita l’azione congiunta dei Cinquestelle al Senato Mario Michele Giarrusso, Ornella Bertorotta, Nunzia Catalfo; di Giulia Grillo alla Camera e della parlamentare all’Ars Angela Foti, indirizzata al Ministero della Salute e dell’Ambiente, all’assessorato regionale alla Salute, alla Guardia di finanza, alla Prefettura di Catania e di Enna, ai Nas, all’Arpa di Enna.
“L’Arpa catanese – aggiungono – non era stata allertata. E anche la Provincia e la Prefettura di Catania lamentano di aver ricevuto l’allerta nella stessa mattinata, che diceva di allertare i cittadini, e porre dei cartelli con divieto di utilizzo delle acque per uso irriguo e zootecnico”.
“La Prefettura di Enna e l’Arpa di Enna in un primo momento hanno cercato di far sembrare l’operazione alquanto sicura, – denunciano dal Movimento – in base alle discutibili misure di prevenzione che avevano intenzione di mettere in atto, ossia la diluizione dell’acqua e uno sfocio più a valle rispetto ad Enna, all’altezza di Ponte Barca, nel Comune di Paternò, dove le acque diluite e portate fino a quel punto da una condotta sotterranea sarebbero sfociate nel Simeto e probabilmente avrebbero raggiunto il mare nell’arco di una giornata”. “Abbiamo ragione di pensare che non siano stati calcolati i danni che tale operazione comporterebbe agli animali e alla fauna protetta che, a dire di uno degli interrogati, avrebbero subito “solo” una leggera intossicazione”.
Nella giornata di lunedì, dal Movimento, sono partite anche numerose telefonate per lanciare l’allarme. Contattati il Noe dei Carabinieri, (nucleo operativo ecologico sia di Catania che di Palermo); il direttore dell’Arpa Regionale Corrado Di Baucina e il dott. Tozzo per l’assessorato alla Sanità, dipartimento di Igiene e salute pubblica; è stato raggiunto anche il Servizio nazionale dighe.
“Vigileremo sulla questione a riflettori accesi – concludono i cinque portavoce M5s – stiamo già predisponendo richieste di controllo a tappeto per tutte le dighe siciliane, in considerazione del fatto che le alghe tossiche potrebbero essere presenti in altri invasi e che gli enti gestori tendono a voler risparmiare sulle manutenzioni e bonifiche ed a non volere intraprendere azioni risolutive, il problema, infatti, si era già verificato nel 2005”.
In ultimo, “Il territorio va tutelato e promosso, l’ambiente e l’economia che su esso si regge riceverebbe danni incalcolabili” . A tal proposito, risale a poche settimane addietro, una interpellanza sul progetto “Patto per il fiume” che ad oggi non sta ricevendo la giusta attenzione da parte del presidente Crocetta.