L’atto parlamentare, a firma della deputata palermitana, Loredana Lupo, impegna il governo ad avviare per il settore agricolo una serie di controlli incrociati e a valutare l’introduzione di incentivi. Tra i campi fa grandi affari la mafia. Secondo uno studio della Flai Cgil spetta al capoluogo isolano la maglia nera per le aziende sottratte a Cosa nostra dal 1983 ad oggi.
Il caporalato diffusissimo in Italia, specie in Sicilia. Un fenomeno che muove cifre a nove zeri e coinvolge 400 mila lavoratori. E’ la piaga del caporalato, lo sfruttamento della manodopera lavorativa con metodi illegali, soprattutto in agricoltura.
Per cercare di contrastarlo la deputata palermitana del Movimento 5 Stelle, Loredana Lupo, ha presento un ordine del giorno, accolto dalla Camera, che impegna il governo ad avviare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, azioni concrete, prevedendo controlli incrociati tra produzione dell’azienda agricola, reale fabbisogno della manodopera e contributi versati. L’atto, inoltre, impegna l’esecutivo a valutare l’opportunità di prevedere incentivi ad hoc per la manodopera agricola, così da abbassare il costo del lavoro e disincentivare il ricorso al lavoro nero da parte degli imprenditori agricoli.
A regalare un fresca istantanea del fenomeno è stato il rapporto su caporalato e agromafie, realizzato dal Flai Cgil e presentato nei giorni scorsi a Roma.
“Si stima – afferma Loredana Lupo – che il caporalato connesso alle agromafie muova un giro d’affari compreso tra i 12 e i 17 miliardi di euro. Nel 2011 è stato inserito tra i reati perseguibili penalmente, essendo considerato un reato spia di infiltrazioni criminali nel settore agricolo”
Nel fenomeno la malavita organizzata svolge un ruolo centrale. Secondo il rapporto della Cgil sono 27 i clan censiti dalla Procure di tutta Italia che fanno affari tra i campi, specie in Sicilia.
Palermo – secondo la tabella allegata al rapporto- sarebbe in testa alla classifica delle province col maggior numero di imprese agricole confiscate alle cosche dall’83 ad oggi.
Nelle prime posizioni della non certo esaltante classifica anche Catania (sesta) e Trapani (decima).
1 commento
ottimo risultato, . . . . vorrei contribuire, informando che lo stesso problema investe il settore edilizio, e visti i numerosi operai di origine extracumunitari che impiega il settore, il fenomeno del caporalato, ferte molto fra le varie comunità extracomunitarie.