I deputati Cinquestelle Mannino e Trizzino: “Solo questo strumento consente di valutare il reale impatto ambientale delle strutture”. Scattano due interrogazioni M5S alla Camera e all’Ars: “Si blocchi tutto in attesa dell’approvazione del piano di utilizzazione del demanio”
Un nuova nuova concessione per l’ennesimo stabilimento balneare a Isola delle Femmine potrebbe avere il via libera dalla Regione in assenza del piano di utilizzazione del demanio marittimo. L’Assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente sta infatti esaminando una richiesta di concessione demaniale marittima per la realizzazione di uno lido in località Punta del Passaggio in un’area di circa 1600 metri quadri, che si andrebbe ad aggiungere alle molte aree per le quali la Regione ha rilasciato la concessione demaniale in mancanza del Piano di utilizzazione del Demanio Marittimo.
Per stoppare l’ok senza un’opportuna verifica dell’impatto ambientale si sono mossi i parlamentari del M5S, che hanno presentato due distinte interrogazioni alla Camera e all’Ars, rispettivamente a nome di Claudia Mannino e Giampiero Trizzino.
Nei due atti parlamentari i portavoce siciliani Cinquestelle denunciano come, procedendo in questo modo, la Regione venga meno all’obbligo di operare una effettiva verifica dell’impatto sull’ambiente e dell’incidenza rispetto ai Siti di Importanza Comunitaria presenti su quel tratto di costa, cosa che può esser fatta solo valutando gli effetti che le attività turistico-ricreative nel loro complesso hanno cumulato.
“Senza il Pudm – affermano i deputati – da assoggettare alle procedure valutative previste dalla normativa, è impossibile determinare il peso complessivo di queste attività, accertarne l’incidenza rispetto agli habitat e alle specie protette, valutarne la compatibilità ambientale, come pure l’impatto sui valori paesaggistici che caratterizzano quel tratto di costa”.
Da qui l’interrogazione “romana” al Ministero dell’Ambiente, per capire “se e in che termini intenda finalmente adempiere a quanto stabilito dalla Direttiva Habitat e, soprattutto, se intenda continuare ad assistere, inerte, al fiorire di piattaforme per usi turistico-ricreativi in prossimità dei siti della rete Natura 2000, senza che venga effettuata una valutazione contestuale dell’incidenza che hanno sugli habitat e le specie protette”.
«Il Ministero – afferma Claudia Mannino – è ancora inadempiente rispetto all’obbligo imposto dalla Direttiva 92/43/CEE di designare come Zone Speciali di Conservazione i siti della rete Natura 2000 siciliani, nonostante le rassicurazioni fornite lo scorso mese di dicembre in Commissione Ambiente”.
L’interrogazione depositata a Palazzo dei Normanni va oltre e chiede che questa istruttoria per la concessione demaniale e quelle che seguiranno vengano sospese sino all’approvazione dei Piani di Utilizzazione del Demanio (specialmente nelle porzioni della costa contraddistinte dalla presenza di siti della Rete Natura 2000 e da elevati valori paesaggistici) e alla designazione, da parte del Ministero dell’Ambiente, delle Zone Speciali di Conservazione”.
“All’Assessorato al Territorio e all’Ambiente – afferma Giampiero Trizzino – ricordiamo che non ha soltanto il compito di rilasciare concessioni demaniali marittime. Le leggi assegnano alla Regione il compito, ancor più rilevante e impegnativo, di prevenire il degrado dei siti di Importanza Comunitaria, di dotarli di misure di conservazione rispondenti ai criteri della Commissione Europea, e di proteggere il paesaggio”.
“Soltanto un modello di gestione basato su regole certe e improntato al pieno rispetto dei beni ambientali e paesaggistici – sottolineano Mannino e Trizzino – può assicurare un rilancio economico che abbia effetti solidi e duraturi sull’economia siciliana. Per questa ragione chiediamo agli enti locali, alla regione e al Ministero dell’Ambiente di vigilare in modo efficace”
1 commento
Pietro Di Franco Ma chi ha firmato a livello comunale questa ulteriore vergognosa concessione di piattaforma?. A noi cittadini non è dato saperlo, visto che a Isola delle Femmine i commissari hanno decretato il “silenzio rigetto”, alla faccia della tanto decantata trasparenza. Per inciso, è improprio parlare di piattaforme “turistico-ricreative”, visto che attraggono soltanto avventori locali e allontanano i turisti, come è stato ampiamente dimostrato in questi anni per la loro attività di discoteche all’aperto a pochi metri di distanza da strutture residenziali e turistico-alberghiere.