“E’ inammissibile – dicono i deputati Cinquestelle – che le uniche informazioni sull’ennesimo gigantesco flop del governo Crocetta siano affidate a qualche riga di comunicato stampa e alle ricostruzioni giornalistiche. Si stoppi intanto anche il nuovo bando e si concordino i termini del nuovo cammino col Parlamento: le toppe messe in corsa non possono che essere peggiori del buco”
”Si fermi tutto, anche il nuovo bando. Ogni pezza messa in corsa adesso sarà sicuramente peggiore del buco. Intanto gli assessori Scilabra e Bruno e la dirigente Corsello vengano in Commissione Lavoro all’Ars a spiegare per filo e per segno cosa è successo veramente”.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars pretende chiarezza sul defunto piano giovani, l’ennesimo gigantesco flop del governo Crocetta, consumatosi sulla pelle di migliaia di disoccupati, e chiede che le linee di futuri percorsi selettivi siano tracciate assieme al Parlamento.
“E’ inammissibile – dicono i deputati – che le uniche informazioni sul disastro giovani, l’ennesimo del governo ‘della rivoluzione’, siano affidate a qualche rigo di comunicato stampa o alle ricostruzione giornalistiche. Sono troppi i buchi neri su cui fare luce, i particolari che i siciliani tutti hanno il diritto di conoscere, visto che questa tragedia sì è consumata sulla loro pelle. Vogliamo capire chi ha sbagliato e perché. E chi ha sbagliato dovrà assumersene la totale responsabilità”.
Per questo i parlamentari Cinquestelle chiederanno la convocazione di una seduta della commissione Lavoro che analizzi la cause del mega-flop e che concordi col governo anche le linee portanti del nuovo bando.
“Già dopo primo click day – affermano i deputati – abbiamo chiesto che si bloccasse tutto e che il governo concordasse con l’ARS un percorso che garantisse chiarezza, meritocrazia e la possibilità di dare vita anche a qualche posto di lavoro stabile. Ovviamente dal presupponente governo che ci ritroviamo non è arrivato nessun segnale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E’ chiaro che su questo progetto si è scatenata ora una guerra intestina e un regolamento di conti di cui, certamente, non possono pagare il prezzo le migliaia di giovani che sognano un posto di lavoro, seppur altamente precario. Anche per questo è necessario capire le vere dinamiche del disastro”.