Il Comune di Marsala stipula contratti con gli utenti per la fornitura d’acqua potabile ma viene erogata acqua inquinata in seguito alla presenza di coliformi totali.
E’ stato accertato il 10 luglio 2014 da un istituto specializzato operante in provincia di Siena.
Alcuni attivisti del Meetup Marsala 5 stelle unitamente ad un tecnico di fiducia si sono recati in data 7 luglio 2014 in contrada Sant’Anna di Marsala; il predetto tecnico – seguendo scrupolosamente le istruzioni impartite dai responsabili del suddetto laboratorio – ha prelevato (ovviamente dopo la potabilizzazione) un campione d’acqua dai punti d’erogazione pubblica siti nelle immediate vicinanze dei pozzi comunali di Sant’Anna ed ha provveduto a spedirlo al su menzionato laboratorio toscano.
Qualche giorno dopo allo stesso tecnico – che ha redatto per conto del nostro Meetup una relazione di perizia giurata – sono pervenuti i relativi risultati.* Dagli stessi ben s’evince quanto segue: “In base ai parametri analizzati il parere che possiamo formulare sull’acqua in oggetto ai fini del suo uso come acqua potabile è il seguente: parere sfavorevole (conta coliformi totali)”.
Il nostro compito si esaurisce momentaneamente qui.
La rabbia è enorme.
Il Comune di Marsala garantisce agli utenti l’erogazione di acqua potabile ma eroga acqua inquinata. Inutile dire che di ciò abbiamo già informato anche la Procura della Repubblica di Marsala al fine di fare accertare eventuali responsabilità personali.
Con la salute dei cittadini nessuno può scherzare, a maggior ragione se l’acqua viene pure pagata.
Per definizione è detta POTABILE “l’acqua che può essere bevuta o impiegata nella preparazione degli alimenti senza pregiudizio alcuno per la salute. L’acqua è considerata potabile se presenta i requisiti di qualità riportati da apposite norme, quale Decreto legislativo 2 febbraio 2001, n.31 “Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano” e successive modifiche ed integrazioni, riportate nel Decreto legislativo 2 febbraio 2002, n.27, che stabiliscono i limiti massimi ammissibili per le sostanze che possono essere presenti nell’acqua destinata al consumo umano.
I requisiti di potabilità sono attestati sulla base delle analisi di laboratorio che ne determinano la qualità sotto il profilo chimico batteriologico ed organolettico secondo procedure e limiti dettati dalla normativa citata.
Modi e metodi diversi non sono sufficienti per dichiarare un’acqua “buona” o esente da rischi.
Annualmente anche i cittadini di Marsala spendono un enorme quantità di euro per l’acquisto d’acqua minerale in bottiglia di plastica; ciò determina altresì la necessità di procedere allo smaltimento differenziato del predetto rifiuto con costi esorbitanti, come i marsalesi ben sanno essendo le fatture dell’Aimeri Ambiente molto ma molto esose.
Anche in questo campo occorre un cambio totale di rotta.
Una cosa è certa: gli amministratori del comune di Marsala (Adamo & C.) ed i dirigenti responsabili debbono pagare per questo “disservizio” !
La nostra battaglia non si esaurisce qui. Torneremo alla carica anche su questo argomento.
*I responsabili del predetto laboratorio toscano hanno allegato una scheda dalla quale emerge: “coliformi totali – che cosa è: i batteri coliformi sono un gruppo molto ampio di microrganismi, di cui fa parte anche escherichia coli, derivanti sia da matrici fecali di animali e uomo, sia più in generale da suoli e acque contaminate. Molti di questi batteri non sono patogeni per l’uomo e per questa ragione la loro presenza non è necessariamente associata alla possibile insorgenza di malattie. Il limite di legge (decreto legislativo 31 del 2001) è il seguente: 0 batteri in ml.100 di acqua.
Che cosa indica: la presenza di coliformi nell’acqua può indicare una contaminazione esterna dell’acqua e/o una scarsa efficienza dei sistemi di disinfezione (es. poco cloro nell’acqua – p.s. : non è il caso di Marsala). Si sottolinea che la contaminazione può avvenire anche a livello della rete casalinga e condominiale – dalla rubinetteria o lungo le tubazioni se queste sono erose o rotte (non rientra nel caso in esame) e a causa di contatto con l’ambiente esterno inquinato. In generale la presenza di coliformi può indicare: – contatto dell’acqua con l’ambiente esterno (es. contaminazione da terreni); – contatto con materiale fecale (umano e/o animale) proveniente da fognature, scarichi superficiali, pozzi perdenti; – inefficienza degli impianti di disinfezione.
Come fare in caso di fuori parametro: si sottolinea che la maggior parte di questi batteri (coliformi totali) sono innocui per il nostro organismo e che una loro moderata presenza (meno di 5-10 batteri in ml.100 di acqua) non compromette il consumo dell’acqua. In condizioni di contaminazione importanti è tuttavia consigliabile verificare la fonte di inquinamento”.