Il personale degli Enti sottoposti al controllo della Regione guadagna molto più dei loro omologhi dipendenti dell’Amministrazione Regionale stessa. Il deputato Matteo Mangiacavallo (M5s):”Gli stipendi vanno equiparati, c’è una legge che lo impone”
Da una legge regionale, la n. 6 del 7 marzo 1997, all’art. 31, emerge l’obbligo di equiparazione tra il trattamento giuridico ed economico (e quindi degli stipendi) del personale degli enti, aziende ed istituti sottoposti al controllo ed alla vigilanza della Regione, e quelli dei loro omologhi dipendenti dell’Amministrazione Regionale stessa.
“Questa legge, – denuncia il deputato M5s Matteo Mangiacavallo – come spesso accade nella nostra terra, non viene rispettata proprio da nessuno”. “Infatti – incalza il parlamentare – nessuno degli enti sopra descritti ha provveduto alla definitiva adozione delle tabelle di equiparazione, continuando ad erogare ai propri dipendenti retribuzioni superiori a quelle degli omologhi regionali”.
“Ma le responsabilità sono perlopiù politiche, infatti, gli stessi Assessorati competenti alla vigilanza nei confronti dei predetti enti non hanno effettuato alcuna contestazione, ed in particolare quello alla Funzione pubblica, che avrebbe dovuto istituire uno o più specifici tavoli tecnici per la definizione della questione e, invece, non lo ha mai fatto”.
Mangiacavallo ha già presentato un’Interpellanza rivolta al governo nella quale chiede se intenda obbligare enti ed Assessorati a rispettare definitivamente una legge tanto chiara quanto fondamentale per le casse della Regione.
“Infatti, – conclude il deputato – tali differenze incrementali hanno aumentato in dismisura i costi per le finanze regionali. Risulta un obbligo per il Governo, che si è impegnato per ridurre gli sprechi, intervenire in modo definitivo su una materia che anche per una non corretta vigilanza continua a provocare danni per le finanze pubbliche ed immotivate posizioni di privilegio per diversi soggetti”.