“Sono trascorsi 22 anni da quando, con la legge nazionale 257/92, l’amianto è stato messo al bando a causa dei suoi effetti nocivi sulla salute umana. Nel 1995 la Regione Siciliana si era dotata di un piano regionale amianto (PRAS) che prescriveva tutta una serie di interventi da attuare per gestire l’emergenza ambientale e sanitaria. Per l’attuazione di questo piano venivano trasferiti dal Ministero circa 500 milioni di lire. Si è persa traccia di questi soldi, ma il dato certo è che nessun punto del PRAS è stato mai attuato.
Altro tentativo a livello nazionale nel 2001, quando vennero stanziati oltre 300.000 euro per effettuare il censimento e la mappatura dell’amianto presente in Sicilia. Tale mappatura sarebbe stata fondamentale per valutare i vari profili di rischio e per provvedere secondo priorità alle bonifiche: a distanza di 13 anni questi soldi non sono stati ancora utilizzati.
Per non parlare delle risorse europee destinabili al risanamento da amianto che, in assenza di una mappatura del fenomeno, nella migliore delle ipotesi sono state utilizzate per la più generica attività di bonifica dei territori inquinati.
In questi 22 anni di nulla amministrativo sono stati istituite 3 commissioni regionali amianto e uno sportello speciale, senza ottenere alcun risultato pratico se non lo sperpero di risorse pubbliche.
Da quando siamo entrati nelle istituzioni siamo intervenuti con tutti gli strumenti in nostro potere (interrogazioni a livello regionale e nazionale, disegni di legge, etc.) e siamo stati tra i sostenitori dell’adozione della L.r. 10/2014 recante “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”. Il voto a favore di questa legge è stato connesso ai miglioramenti che siamo riusciti ad introdurre nel testo, inclusa la previsione di scadenze ben precise per la realizzazione dei vari interventi previsti dalla legge.
Il problema che emerge nella stragrande maggioranza dei casi non è l’assenza di provvedimenti legislativi adeguati, quanto la mancata attuazione delle norme previste. Il controllo politico e parlamentare fino ad oggi è stato nullo, come dimostra la mancanza di un qualche risultato amministrativo. Per questo, oltre a denunciare nelle sedi opportune i possibili responsabili per le vicende passate, abbiamo deciso di seguire passo dopo passo l’attuazione della nuova normativa regionale sull’amianto (che, lo ricordiamo, deriva da obblighi normativi europei e nazionali).
Come primo step di questo percorso lo scorso 15 settembre c’è stato un incontro di Claudia Mannino col dirigente del neo-istituito Ufficio regionale amianto per un primo scambio relativo alle attività finora svolte dal momento di entrata in vigore della legge (giugno 2014). Ci siamo impegnati ad un confronto con cadenza mensile/bimestrale. Il prossimo incontro dovrebbe tenersi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Stiamo inoltre attivando tutti i canali istituzionali – Ministeri e Commissione Europea – per fare in modo che ciascuno compia la propria parte sia a livello di controllo che di impulso e contributo all’attività regionale.
Produrremo aggiornamenti periodici sull’esito di questa azione che stiamo portando avanti, con la ferma intenzione di intraprendere ogni possibile azione politica, parlamentare e (se necessario) giudiziaria per fare in maniera tale che l’Amministrazione compia il proprio dovere a tutela della salute dei cittadini.”
I portavoce
Claudia Mannino
Giampiero Trizzino
Ignazio Corrao