1999. Fine Agosto a Siracusa, come ogni anno, si “soffriva” del clima ancora torrido dell’estate ma si sa, a queste latitudini la bella stagione finisce praticamente a Novembre. Con quel caldo, la vita scorreva, come sempre, a rilento. I siracusani, come d’abitudine si recavano al mare, “invadevano” Ortigia la sera e si tiravano le ore piccole. Qualche mese prima, Emanuele Scieri, un ragazzo di 26 anni, come tanti, Laureato in Giurisprudenza venne chiamato a prestare il servizio militare. Nel 1999 era ancora in vigore l’obbligo della leva. Emanuele, per motivi di studio aveva, di anno in anno, presentato domanda di rinvio, ma al servizio di leva non si sfuggiva e così, a 26 anni iniziò ad espletarlo.
Esattamente un mese prima, il 21 Luglio, era partito per il Car a Scandicci (FI) e un mese dopo venne trasferito alla caserma Gamerra di Pisa come allievo paracadutista per la Brigata Folgore. La sera del 13 Agosto Emanuele aveva chiamato, come sempre, la madre. una telefonata cordiale carica di affetto e priva di alcun cenno di preoccupazione. Successivamente, si allontanava dalla caserma in libera uscita per non farne più ritorno.
Emanuele non venne visto il 14 e il 15 Agosto. Col senno di poi, è lecito chiedersi come si è potuto non accorgersi che mancasse all’appello un militare di leva. Emanuele “sfuggiva”, praticamente anche agli appelli eseguiti regolarmente in caserma. Inspiegabile! I commilitoni riferirono che, semplicemente, Emanuele il 13 e il 14 non era rientrato. Il fatto che oggi colpisce, in questa storia, è la totale assenza di allarmismo. Solo quattro allievi segnalarono la stranezza ai superiori, ma questi ultimi non se ne preoccuparono. Il 15 Agosto, accaddero due fatti strani: alle 5:30 ed alle 21:30 il Comandante Celentano prima, ed il Colonnello Corradi poi, personalmente, effettuarono due ispezioni straordinarie all’interno della caserma.
Alle 13:50 del 16 Agosto, la sonnolenta estate siracusana venne scossa da una terribile, quanto misteriosa, notizia che riempì le prime pagine dei giornali nazionali e locali per diverso tempo e che pare sia destinata a rimanere negli annali come uno dei tanti “misteri italiani”. Emanuele Scieri venne trovato morto ai piedi della torre dove si tengono i paracadute ad asciugare. Venne trovato solo perchè 4 allievi vennero attirati, vista la temperatura estiva, dal cattivo odore che emanava il cadavere in avanzato stato di decomposizione. Da subito, erano sorti dei dubbi e i familiari si erano posti interrogativi,legittimi, davanti al ritrovamento di Emanuele che aveva dell’assurdo. Com’era stato possibile che nessuno si accorgesse prima del corpo esanime considerate le regolari ronde effettuate in caserma?
Si parlò immediatamente di suicidio, ma le indagini effettuate portarono, a mano a mano ad escluderlo. L’ipotesi più plausibile su ciò che accadde è la seguente: Emanuele era salito volontariamente sulla torre o per addestrarsi a qualche prova, oppure, costretto dai commilitoni per effettuare una sorta di prova di coraggio. Con molta probabilità ,era salito, reggendosi agli anelli di ferro che circondano la scala e improvvisamente, avendo perso la presa, cadde e morì. Durante l’esame autoptico, vennero rilevate sul dorso delle mani di Emanuele, delle ecchimosi, come se qualcuno glieli avesse colpiti, volutamente, per farlo cadere. Inoltre, gli scarponcini vennero trovati uno al suolo ed uno ancora indosso, entrambi risultavano slacciati. A questo punto, la ricostruzione dell’evento, inizia a sfiorare il ridicolo visto che, un suicida, difficilmente, si perderebbe in gesti come lo slacciarsi le scarpe prima di gettarsi nel vuoto. Si iniziò, quindi, a prendere in considerazione l’ipotesi di uno “scherzo finito male”. Emanuele, era morto dopo ore di agonia, come se qualcuno avesse ordinato di non toccarlo e lasciarlo morire per evitare altri guai. Nel prosieguo delle indagini si accerterà, inoltre, che il cadavere nei giorni precedenti al ritrovamento era stato via via spostato.
Nell’Agosto 2010, il Comune di Siracusa decise di intitolare una strada a Lele. A ricordo di quel giovane siracusano, così tragicamente scomparso, venne posta una lapide in “largo Emanuele Scieri”. La Lapide recita: “A Emanuele Scieri, Avvocato siracusano caduto nell’esercizio del servizio militare vittima dell’omertà e della viltà dell’uomo”.
Nel 2011, è deceduto anche Corrado Scieri, padre di Emanuele. Un padre che ha lasciato questa vita con la consapevolezza di non aver avuto giustizia per la morte del figlio.
In questi ultimi giorni, su Facebook, uno dei social network che, attualmente, sono entrati a far parte della nostra vita, si è alzato nuovamente l’urlo dei siracusani che chiedono giustizia per l’assurda, quanto misteriosa morte di Emanuele Scieri. I siracusani chiedono l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta che accerti le cause e scopra i responsabili della morte dell’allievo paracadutista deceduto. Lele oggi avrebbe all’incirca 41 anni e magari chissà oggi , avrebbe avuto una vita come tutti noi, con una famiglia, le gioie dei figli e forse una carriera da avvocato. Purtroppo queste possibilità ad Emanuele sono state negate e a causa del muro di omertà che ha impedito la ricostruzione della sua fine.
Su Facebook esiste un Gruppo nel quale Siracusa si stringe intorno alla famiglia Scieri nella ricerca della verità.
“VERITA’ E GIUSTIZIA PER LELE SCIERI”.
Grilli Aretusei