Il Comprensorio del Mela (Messina), Priolo-
Siamo partiti da un dato di fatto: i piani di risanamento non erano stati attuati, la situazione ambientale e sanitaria di quei territori è disastrosa. Ci siamo chiesti dunque come fossero stati utilizzati i milioni di euro di soldi pubblici destinati a tale scopo. Per questo abbiamo analizzato tutti i decreti di impegno dell’Ufficio speciale nel periodo 2010-2012, per un totale di circa 30 milioni di euro. Gli esiti delle nostre indagini sono stati oggetto di un accurato esposto di centinaia di pagine che adesso è al vaglio della Corte dei conti. Spetterà alla Magistratura contabile valutare le responsabilità amministrative e l’eventuale danno erariale. Il dato politico che rileviamo è che gli impegni di spesa, legittimi o no, in buona fede o meno, risultano inappropriati rispetto alle finalità dei piani di risanamento. Di fronte a quelle situazioni ambientali si può pensare di creare un portale per la gestione digitale degli appalti in tema di amianto al costo di 800.000 euro (più altri milioni di euro per la manutenzione), senza neanche prima consultare Sicilia e-servizi? Si può pensare di spendere milioni di euro in convegni e conferenze? Secondo noi no.
E inoltre, dov’era la politica mentre tutto questo avveniva? Ci si lamenta continuamente del fatto che manchino i soldi. La verità è che i soldi – quando non sono oggetto di ruberie – o non vengono spesi o vengono spesi malissimo, con benefici nulli per i cittadini. Per questo stiamo concentrando una parte del nostro lavoro parlamentare sul controllo della Pubblica Amministrazione. Non si può demandare questo lavoro alla sola Magistratura. Chi non presta adeguatamente il suo servizio pubblico – specie se con dolo – deve pagare, bisogna innescare seri meccanismi di responsabilizzazione.
Articolo uscito quest’oggi sul Giornale di Sicilia su nostro esposto