La deputata Cinquestelle Angela Foti presenta la Mozione all’Ars che impegna il Governo regionale
Nei giorni scorsi la giunta regionale ha dichiarato di essersi costituita parte civile nel procedimento giudiziario per reato ambientale che riguarda la discarica di Mazzarà. Adesso, a gran voce, i deputati regionali del Movimento 5 Stelle chiedono che la Regione si costituisca parte civile anche nel processo scaturito dall’operazione di polizia “Terra Mia”, la cui prima udienza si terrà il 15 gennaio prossimo.
A tal proposito è già stata presentata una mozione all’Ars, prima firmataria la deputata 5 Stelle Angela Foti. “Proprio la Regione è la prima vittima dello scandalo che ha investito il settore rifiuti in Sicilia, – afferma la parlamentare Foti – subendo danni all’ambiente, all’immagine, e ovviamente danni morali e patrimoniali”. “E’ indubbio, inoltre, – aggiunge la deputata M5s – che i reati commessi dal funzionario Cannova, e dagli altri soggetti coinvolti nello scandalo rifiuti, abbiano messo a repentaglio la salute pubblica”.
Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ha di recente dichiarato che “l’attività corruttiva è tipica della mafia; per tenere legati le istituzioni e l’apparato burocratico, le organizzazioni mafiose ricorrono alla corruzione più che agli atti intimidatori”. “Ed è proprio la corruzione, dilagante in tema di rifiuti, che va combattuta con tutti i mezzi a disposizione della politica; – questo l’appello della Foti al presidente Crocetta – troppi sono stati, infatti, i processi che hanno contribuito a mettere in luce il dato quasi inconfutabile che la gestione delle discariche in Sicilia sia in mano a clan facenti parte di cosche mafiose e di malaffare”. La deputata ricorda che l’art. 4 della legge regionale n.15 del 2008, recante le “Misure di contrasto alla criminalità organizzata”, pone un vero e proprio obbligo in capo alla Regione di costituirsi parte civile nei processi di mafia.
Il caso: L’operazione “Terra mia”, condotta dalla Polizia di Palermo, ha indotto il Gup di Palermo a rinviare a giudizio, per corruzione, Gianfranco Cannova, funzionario regionale dell’Assessorato Territorio e Ambiante; Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea (Me); Domenico Proto, titolare della discarica; ed i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della discarica Soambiente di Agrigento. Secondo l’accusa, Proto, insieme agli altri imprenditori, avrebbe dato regalie e ingenti somme di denaro al funzionario pubblico, per ottenere una corsia preferenziale per le proprie pratiche e le autorizzazioni amministrative per l’esercizio delle discariche. Cannova, inoltre, avrebbe avvisato anticipatamente gli imprenditori di controlli e del risultato delle riunioni in assessorato.