Quasi pronti due disegni di legge per portare gli emolumenti dei parlamentari a 5000 euro lordi e per azzerare l’esercito dei dirigenti di terza fascia. Il deputato Giorgio Ciaccio: “Baccei vada avanti e intacchi non solo gli emolumenti di sindaci e consiglieri”. Sul mega prestito Movimento nettamente contrario: “Torni in commissione o lo bocciamo”.
“Tagli ai consiglieri e ai sindaci? Baccei vada avanti, noi siamo con lui. Ma con la riduzione degli emolumenti cominci da sala d’Ercole, dove finora si usato il tagliaunghie, quando si doveva usare l’accetta. Il mutuo? Torni in commissione per aprire un ragionamento, in caso contrario lo bocciamo“.
Sui temi caldi della politica il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars non usa mezzi termini. “La crisi – dice Giorgio Ciaccio – non la possono pagare sempre ed esclusivamente i cittadini, sulle cui spalle, tra l’altro , graverà per decenni l’ennesimo mutuo miliardario. A Baccei diciamo: bene con i tagli a sindaci e consiglieri comunali, ma cominci dagli stipendi dei deputati che finora hanno ridotto di pochissimo le loro prebende. A sala d’Ercole, infatti, andava usata la falce è invece si è preferito ricorrere al tagliaunghie. Ricordiamo che noi riusciamo a fare il nostro lavoro con meno della metà di quanto guadagnano negli altri partiti e senza contare tutte le indennità aggiuntive, cui rinunciamo totalmente“.
Il Movimento 5 Stelle torna pure alla carica dell’affollatissima terza fascia dirigenziale “che va azzerata, rimpiazzando la gente veramente necessaria con personale reclutato per la prima e seconda fascia tramite concorso“.
Per entrambe le questioni (stipendi parlamentari e abolizione terza fascia) sono in dirittura d’arrivo due disegni di legge ad hoc.
Stipendi parlamentari e abolizione terza fascia fanno parte di un pacchetto di riforme strutturali (riduzione del 50 per cento degli staff degli uffici di gabinetto, azzeramento delle consulenze inutili, riduzione dei dipartimenti, aree servizi, e unità operative di base e così via) che per il Movimento potrebbero essere la strada alternativa all’accensione dell’ennesimo mutuo.
“L’elenco delle cose di buon senso che abbiamo in cantiere e che in parte abbiamo proposto – afferma Ciaccio- potrebbe continuare. Era questo il primo passo da fare prima di chiedere un ulteriore grosso sacrificio ai siciliani. Per questo chiediamo che il mutuo torni in commissione, per essere trattato dopo le riforme che risultano urgenti e necessarie per questa regione. In subordine siamo disposti a posticipare l’accensione del mutuo a giugno, sempre, però, dopo il varo delle riforme che abbiamo indicato”.