Tenuto ieri a palazzo Butera, a Bagheria, un incontro tra deputati regionali del Movimento e pezzi della giunta Cinque: sul tappeto la gestione del servizio idrico integrato.
“La soluzione Amap per gestire il dopo Aps nei Comuni del Palermitano, ancorché l’unica concretamente sul tavolo, appare nebulosa. Si deve fare assolutamente chiarezza”. Il post- Aps a Bagheria e in altri 41 Comuni della provincia di Palermo è stato oggetto ieri di un incontro a palazzo Butera, a Bagheria, tra pezzi della giunta Cinque, sindaco in testa, e alcuni deputati regionali del M5S, che all’Ars si stanno spendendo per l’approvazione della legge sull’acqua pubblica. Erano presenti il sindaco Patrizio Cinque, gli assessori comunali, Fabio Atanasio, Luca Tripoli, Maria Laura Maggiore ed Alessandro Tomasello e i deputati all’Ars Salvatore Siragusa, Matteo Mangiacavallo e Valentina Palmeri. Nebulosa è stata definita la soluzione Amap un po’ da tutti, dal momento che “non esistono carte e atti, che non si sa su cosa si basi l’adesione dei comuni (se non la non meglio specificata richiesta di partecipare alla compagine azionaria di Amap), che non esiste, allo stato, un contratto di sevizio che stabilisca regole chiare e certe per l’espletamento del servizio e che non appare chiaro se e quali siano i costi per i Comuni, sia come start-up che negli anni a venire. In soldoni tutti sono stati concordi nel ritenere che viene “imposto” ai Comuni di aderire a qualcosa che al momento appare vago, ed il tutto in pochissimi giorni. “Andare verso Amap” – ha affermato Patrizio Cinque – appare indubbiamente un percorso in grado di garantire il fatto che l’acqua debba essere pubblica e quindi gestita da società o enti gestori pubblici, quindi Amap potrebbe essere il primo passo verso quello che chiede, da mesi, il M5S, ma tutto ciò deve essere fatto con chiarezza”.
“I Comuni – ha detto Fabio Atanasio – devono avere un ruolo nella governance di Amap, avendo garanzie e certezze sul fatto che i servizi garantiti alla città di Palermo siano i medesimi ed alle stesse condizioni per i nuovi comuni aderenti. Chiediamo solo chiarezza.” “Qualsiasi ragionamento che si deve fare e che introduce oneri di spesa all’interno del bilancio comunale non deve prescindere dal fatto che Bagheria è, ed al momento resta, un Ente in dissesto, con tutte le conseguenze del caso legate alla legge”, ha affermato l’assessore al bilancio Maria Laura Maggiore. “Sono assolutamente infondate – ha sottolineato Salvatore Siragusa – tutte le voci che accennano ad una volontà diversa dalla gestione pubblica dell’acqua. Fin dal nostro ingresso all’ARS abbiamo puntato su di una legge di riforma del Servizio Idrico Integrato che prevedesse come punto fondamentale il concetto di acqua pubblica, legge che non ha ancora visto la luce solo per gli enormi interessi privati che ruotano attorno alla gestione del servizio”.
“Chiediamo anche che la Regione si impegni finalmente a varare una legge di riforma del Servizio Idrico Integrato che tenga conto, tra l’altro, della tariffa unica regionale e che si abbassino le tariffe sul costo dell’acqua all’ingrosso praticate da Siciliacque”, ha sottolineato Valentina Palmeri. “Il nostro obiettivo – ha concluso il sindaco – è continuare a garantire ai cittadini bagheresi l’espletamento di un servizio primario, come quello dell’erogazione dell’acqua e che questo servizio sia garantito da un gestore pubblico, ma dobbiamo anche garantire agli stessi cittadini che ciò avvenga senza che questo rappresenti un salto nel buio per la nostra città e che non si cerchi di sfruttare una situazione chiaramente emergenziale per altri scopi”.