Pesantissime accuse a carico di un ente di formazione di Palermo fanno capolino dal portale messo in piedi dai deputati nazionali e regionali del Movimento. Alcuni dipendenti dell’istituto avrebbero versato la somma per consentire il pagamento di debiti. Due ex impiegati, già licenziati al momento della richiesta, confermano e sarebbero disposti pure a testimoniare. Interrogazione delle deputate all’Ars Zafarana e Ciancio per chiedere a Crocetta e all’assessorato di fare luce sull’eventuale scandalo.
Pagare pur di lavorare. Ci sarebbe pure questo tra le infinite storture della formazione professionale siciliana. Numerosi dipendenti da un ente di formazione di Palermo, su precisa richiesta dei datori di lavoro, avrebbero sborsato 1500 euro a testa per consentire ai vertici dell’istituto di coprire debiti pregressi e consentirgli di evitare di chiudere i battenti. E tutto questo in un periodo tutt’altro che felice per i lavoratori, già all’epoca dei fatti (mese di novembre 2014) senza stipendio da diversi mesi e con una miriade di problemi economici da fronteggiare. Il condizionale in questa vicenda è d’obbligo, visto che il M5S ne è venuto a conoscenza grazie ad alcune delle numerose denunce postate nel sito anticorruzione, messo in piedi qualche mese fa dai parlamentari nazionali e regionali del Movimento per far venire alla luce scambi di mazzette e traffici illeciti, o comunque poco chiari, nella pubblica amministrazione.
A testimoniare l’operazione, secondo le diverse denunce raccolte dal sito, ci sarebbero pure bonifici bancari e la testimonianza (questa volta senza condizionale) di due ex dipendenti dell’ente, a conoscenza della vicenda, ma nella quale non sono stati coinvolti in quanto nel novembre del 2014 erano già stati licenziati. I due, che per il momento preferiscono rimanere anonimi, sono comunque pronti a testimoniare, qualora la cosa dovesse rivelarsi necessaria.
“Sulla questione – dicono le deputate M5S all’Ars Gianina Ciancio e Valentina Zafarana – al nostro sito sono arrivate diverse segnalazioni. Abbiamo provato a contattare gli autori, ma ai numeri indicati non ha risposto mai nessuno, a parte i due che ci hanno raccontato i fatti. La cosa, comunque, non ci sorprende. La paura di perdere il posto di lavoro in questi casi è spesso maledettamente condizionante”.
Le segnalazioni sulla Formazione non sono le uniche pervenute al sito anticorruzione del M5S, che in poco più di 4 mesi ha toccato quasi quota 400 denunce.
“Molte di queste – afferma la deputata alla Camera Giulia Di Vita, una delle principali promotrici del sito – sono al vaglio dei deputati e dei loro collaboratori, e alcune sembrano anche abbastanza interessanti. Sappiamo che il sito non può certo arginare l’imponente valanga dei fenomeni corruttivi. Alla lunga, però, potrebbe anche fungere da deterrente ed evitarne diversi. E in questo caso il sito avrebbe raggiunto il suo scopo. Ringraziamo quanti si stanno mettendo in gioco anche anonimamente. Siamo certi che se i cittadini prendono consapevolezza del potere della legalità, questo sarà solo l’inizio…”
Il sito anticorruzione del M5SIl sito anticorruzione del M5S è stato inaugurato il 17 febbraio scorso. Da allora ha raccolto quasi 400 segnalazioni di affari poco chiari e presunti traccheggi all’ombra della pubblica amministrazione e della sanità. Molte in forma anonima, alcune con tanto di nome e cognome, indirizzo e-mail e perfino recapito telefonico. La voglia di scoperchiare i pentoloni, dove ribolle il torbido e di mettere un freno al malaffare evidentemente è tanta. Quella sull’ente di formazione è una delle tante segnalazioni “interessanti”. Molte altre sono al vaglio dei parlamentari regionali e nazionali del Movimento.
Numerosissime segnalazioni sono relative ad appalti e al mondo del lavoro. Diverse mail relative al mondo della sanità raccontano di sprechi e attrezzature inutilizzate. Il più gettonato, però, è il mondo della Formazione professionale, mai come in questi anni finito sui giornali e spesso anche per vicende di cronaca nera.
Una prima cosa che salta agli occhi esaminando le denunce sbarcate nel sito è la poca voglia di rivolgersi alla magistratura. Pochi, infatti, alla domanda del form che chiede espressamente se alla segnalazione seguirà una denuncia, rispondono “lo farò“. A frenarli è spesso la convinzione che tutto finirebbe comunque in un binario morto, o, più concretamente, la paura di ritorsioni o, addirittura, di perdere il posto di lavoro.
Per fare le segnalazioni basta accedere al form presente nel sito www.segnalazioni5stelle.it. Si può accedere anche da www.sicilia5stelle.it, cliccando nell’apposito banner. E’ opportuno corredare le segnalazioni di più dettagli possibile, specie per quelle anonime. “Altrimenti – dicono i deputati – si correrebbe il rischio di non riuscire a farle fruttare”.